Il Grifone: la ‘ndrangheta del terzo millennio

Il Grifone, un animale mitologico metà leone e metà aquila, è diventato la metafora della ‘ndrangheta del terzo millennio secondo Nicola Gratteri, Procuratore Generale della Repubblica a Napoli. Questo libro, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, analizza l’impatto dell’utilizzo di internet sulle cosche calabresi e sulla criminalità organizzata in generale. Telefoni criptati, deep web, dark web e canali telegram consentono una comunicazione rapida e sfuggono alle intercettazioni. Le criptovalute e il phishing favoriscono la movimentazione di grandi somme di denaro. I social media diventano uno strumento per mostrare potere, sia attraverso l’ostentazione di ricchezza che attraverso la capacità intimidatoria.

La tesi principale del libro è che la criminalità economica e finanziaria plasmi l’azione della mafia e che questa non possa esistere senza la complicità della politica e degli imprenditori. Come potrebbero riciclare i proventi del traffico di droga senza imprenditori e operatori finanziari senza scrupoli disposti a utilizzarli per attività legali? La tecnica più utilizzata è quella di acquisire aziende in crisi e riattivarle con nuovi capitali. Ad esempio, le indagini sulla trasformazione di una vecchia colonia in un hotel di lusso a Finale Ligure hanno portato all’arresto di un boss e di un intermediario finanziario. Ma ciò che è veramente impressionante è la velocità con cui le mafie si sono impossessate dello spazio digitale, aumentando in modo esponenziale il loro potenziale criminale.

Prima le mafie avevano bisogno di avvocati, commercialisti e consulenti per riciclare i loro proventi, ma ora hanno bisogno di hacker, ingegneri informatici e professionisti del web. I nigeriani e i romeni sono molto bravi in questo campo, tanto che vicino a Bucarest c’è una città chiamata Hackerville. Le mafie li reclutano, alcuni diventano parte integrante del sistema, altri lavorano come freelance. Grazie a loro, le truffe online diventano uno strumento facile per il phishing, che consiste nel rubare denaro dai conti correnti delle vittime in tutto il mondo. Ma la pirateria informatica non si limita al furto, è anche funzionale al riciclaggio di denaro e al traffico di armi o droga. Riesce persino ad infiltrarsi nei database di importanti aziende e organizzazioni statali. L’estorsione, rivisitata sul web, garantisce ottimi guadagni: la nuova pirateria informatica utilizza programmi specifici, come il malware, che sono in grado di paralizzare un’intera rete digitale e richiedono un riscatto per ripristinarla. Il pagamento avviene tramite criptovalute da reinvestire nell’acquisto di cocaina. Protette dall’oscurità del dark web, le organizzazioni criminali di tutto il mondo sono interconnesse e aprono nuovi spazi per le loro attività illegali, che vanno dagli ordini online di droga alla consegna a domicilio tramite droni, dal gioco d’azzardo alla raccolta di scommesse illegali fino al riciclaggio di capitali.

Oggi, le “lavanderie”, ovvero le attività che “lavad” i proventi delle attività illecite per reinserirli nell’economia legale, si sono spostate sul web. Il cyberlaundering è la nuova sfida della criminalità. La comunità internazionale dovrebbe reagire in modo rapido, deciso e soprattutto unito. Tuttavia, secondo Gratteri e Nicaso, ciò non avviene a causa della mancanza di una vera collaborazione internazionale e di leggi frammentate e asimmetriche. I reati finanziari attraversano le frontiere virtuali senza ostacoli, mentre le normative dei vari paesi sono indietro. L’assenza di una legislazione uniforme crea crepe che consentono operazioni oscure. È un’economia parallela molto potente, secondo gli autori, che parlano di una cifra compresa tra gli 800 e i 2000 miliardi di dollari, pari al 2-5% del PIL mondiale, che tuttavia non potrebbe esistere senza la complicità di banche compiacenti, faccendieri esperti e speculatori senza scrupoli. Combattere questa nuova forma di criminalità, ibrida e globale, è una sfida persa?

Gli autori non lo credono, ma sollecitano una “risposta urgente” che metta al primo posto la collaborazione internazionale e coinvolga la società civile, l’educazione e la politica. Serve una visione a lungo termine. “Il futuro dipende da ciò che decidiamo di fare oggi”: l’analisi lucida e disincantata di Gratteri e Nicaso non si conclude con un invito alla resa. Piuttosto, è un richiamo alla mobilitazione di massa. Il lettore potrebbe sentirsi allarmato, ma non abbattuto. Perché di fronte all’ibridismo mostruoso del Grifone, c’è un sistema giudiziario con occhi acuti. Come quelli di un falco, che resta vigile e vola alto. La forza di questo libro è che il lettore, sotto quelle ali, si sente meno solo. “Il Grifone” sarà presentato oggi a Salerno per Abitatori del Tempo, una rassegna dedicata all’impegno civile nella letteratura, curata da Enzo D’Elia. Nicola Gratteri parlerà del libro alle 18:00 nel Salone Genovesi della Camera di Commercio, in via Roma 29, insieme a Oreste Lo Pomo, direttore del TG3 Campania.

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