Il 29 novembre 2023 si è verificato un altro tentativo di suicidio da parte di un minore detenuto presso l’IPM di Airola. Federico Costigliola, coordinatore regionale per il settore minorile della Campania, ha comunicato l’episodio in una nota. Il detenuto, di origine italiana e affetto da disturbi psichiatrici, ha cercato di impiccarsi con le lenzuola nella sua cella, ma è stato prontamente soccorso dagli altri detenuti che hanno chiesto aiuto agli agenti della polizia penitenziaria. Il giovane è stato poi trasportato d’urgenza in ospedale e salvato grazie all’intervento tempestivo del personale penitenziario. Il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ha elogiato il personale del carcere di Airola per aver mantenuto l’ordine e la sicurezza nonostante le difficoltà causate dalla mancanza di risorse umane e materiali.

Costigliola ha sottolineato uno dei problemi più critici del sistema carcerario, ovvero il sovraffollamento penitenziario, che rappresenta un rischio non solo per i detenuti, ma anche per il personale. Ha inoltre sottolineato la necessità di riconoscere l’azione eroica degli agenti che hanno salvato la vita al minore e ha auspicato che il detenuto responsabile del gesto possa essere allontanato dall’IPM di Airola.

Il coordinatore regionale ha inoltre affrontato il tema della tutela e della gestione della salute mentale in carcere, sottolineando la necessità di operatori sanitari specializzati e di una maggiore attenzione a questo problema. Allontanare un detenuto con disturbi psichiatrici o tossicodipendenza non risolve il problema, ma rappresenta solo un palliativo. Ha citato il caso di Dardou Gardon, un detenuto che si è suicidato a Secondigliano nel 2022, nonostante avesse manifestato segni di disagio e avesse tentato il suicidio in precedenza.

Parlando con Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti in Campania, si apprende che attualmente la regione è al secondo posto in Italia per numero di detenuti, con un alto numero di persone con problemi psichiatrici e tossicodipendenza. Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari nel 2015, sono state create delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), ma la lista d’attesa per accedervi è molto lunga. Ciambriello ha sottolineato che il carcere non è la soluzione per curare e riabilitare i tossicodipendenti e i malati di mente, ma occorre avere una visione diversa di questi luoghi chiusi per ottenere un reale miglioramento del sistema penitenziario.

In conclusione, è necessario trovare soluzioni diverse per i detenuti, come l’adozione di misure alternative per chi ha pene brevi, una maggiore concessione di giorni per la liberazione anticipata e l’accoglienza delle richieste di trasferimento dei detenuti in istituti di pena da loro richiesti. È fondamentale garantire la tutela e la gestione della salute mentale in carcere, fornendo adeguate risorse e operatori specializzati. Solo così si potrà sperare in un miglioramento concreto del sistema penitenziario.

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