Due giovani di poco più di vent’anni sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia “Centro” con l’accusa di aver partecipato alla sparatoria in cui è rimasto ferito Luigi Masiello, insieme a Giuseppe Pazzi. I due indagati, Luca Auletta e Mario Gargiuolo, sono stati catturati al termine di una indagine lampo condotta dai militari dell’Arma e trasferiti nel carcere di Poggioreale. Le accuse mosse nei loro confronti sono pesanti: tentato omicidio aggravato da futili motivi e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco.

L’episodio risale alla notte tra il 18 e il 19 febbraio scorso, quando dal pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini arriva la segnalazione che si è presentato un uomo ferito a una spalla da un colpo di pistola. È Masiello, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Sul posto, in pochi minuti arrivano gli investigatori. Il timore è che l’uomo possa essere rimasto coinvolto in un regolamento di conti tra esponenti della vecchia e nuova camorra che, da qualche tempo, si contendono il controllo dei Quartieri Spagnoli. A dissipare i dubbi, invece, è lo stesso Masiello che, sebbene estremamente reticente perché il suo “codice” gli impedisce di collaborare con le guardie, fornisce i primi elementi utili alle indagini.

Masiello racconta che il tutto sarebbe nato da una lite avvenuta dinanzi al locale di sua moglie, il “Bar Plaza” di piazzetta Montecalvario, uno dei nuovissimi ritrovi della movida cittadina. Poco dopo le tre del mattino, lui si trovava nella sua abitazione quando squilla il cellulare. Dall’altra parte c’è sua moglie che lo avverte che in piazzetta ci sono tre ragazzi che stanno dando fastidio ai loro clienti. Non solo. Uno dei tre è armato di una pistola. Masiello, in pochi istanti, si precipita sul posto dove incontra Pazzi e i suoi due compari. Ne nasce una discussione che, come purtroppo sempre più spesso succede, degenera. Dalle parole si passa alle mani. Prima gli spintoni, poi la colluttazione. È a questo punto che Masiello ricorda di aver sentito uno dei ragazzi gridare “spara, spara”. È Pazzi. Il suo amico, però, è titubante. Allora l’aspirante killer, dopo essersi allontanato di qualche metro ed essersi fatto consegnare l’arma, la punta contro il rivale. Non mira alle gambe ma alla testa. Spara due colpi, uno dei quali colpisce Masiello alla spalla. Il secondo, invece, lo manca di pochi centimetri.

Il ferimento di Masiello è solo l’ultimo episodio di sangue registrato negli ultimi mesi nella zona dei Quartieri Spagnoli. L’area, dove da qualche tempo sono spuntati nuovi locali, alcuni dei quali in odore di camorra, è meta, quasi ogni sera, di centinaia di ragazzi provenienti non solo da altri quartieri ma anche dalla provincia. Tra loro, e sono tanti, anche chi si prepara per la serata portandosi dietro una pistola, un coltello o un tirapugni. Il resto lo fanno qualche bicchiere di troppo, la vicinanza di diverse piazze di spaccio. Uno sguardo sbagliato, un commento fuori posto o anche un semplice incidente e quella che doveva essere una serata di divertimento rischia di trasformarsi in un dramma per qualche famiglia. Senza contare i problemi legati alla criminalità, comune e non. Ad agosto, ad esempio, due turisti francesi rimasero feriti nel corso di un tentativo di rapina, a pochi metri da un noto ristorante della zona.

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