Sentenza di non luogo a procedere per morte del reo

La Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per la morte del reo. Ihor Varvachyn, un uomo di 50 anni proveniente dall’Ucraina, era stato accusato dell’efferato omicidio del suo amico e connazionale Pavlo Zapprozhets, avvenuto durante la sera di Pasqua del 2022 all’interno di un container presso il New Village Dog a Pastorano.

Tuttavia, il 22 dicembre 2023, il 50enne si è tolto la vita impiccandosi presso l’istituto penitenziario “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Dopo un colloquio con la sua compagna, è tornato in cella e ha commesso l’insano gesto. È stato trovato sospeso a mezz’aria dagli agenti della polizia penitenziaria. Questa notizia ha lasciato sgomento e rabbia tra i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Francesco Parente e Debora Di Maio. La loro reazione alla scoperta del suicidio del 50enne ucraino è stata: “Ce l’hanno ammazzato come un cane e non avremo giustizia, Ihor doveva pagare per quello che ha fatto”.

Oggi, durante la lettura del dispositivo, si può solo fare l’amara considerazione che non ci sia stata giustizia e che ci siano state due morti assurde, senza pace per le loro anime. Il processo era ormai alle battute finali, ma Ihor Varvachyn non ha retto alla tensione e all’idea di trascorrere il resto dei suoi giorni in carcere in caso di condanna, quindi ha deciso di porre fine alla sua vita.

Questo gesto ha lasciato ancora strascichi di dolore e amarezza nelle rispettive famiglie dei due amici. La sera del 17 aprile 2022 si è consumato un atroce delitto. Ihor e Pavlo si trovavano nel container del canile, dove Ihor lavorava come custode. Probabilmente a causa dell’alcol, sono riemersi vecchi rancori che hanno scatenato una furia cieca. La vittima è stata uccisa con circa trenta coltellate inferte in varie parti del corpo con un coltello da cucina.

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