Inizia il processo per la presunta falsificazione della cartella clinica di Francesca Oliva, una giovane donna di 29 anni di Gricignano d’Aversa, morta nel 2014 presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno a causa di una grave setticemia. La ragazza era incinta, ma dei suoi tre gemelli, solo una bimba sopravvisse.

Il giudice Norma Cardullo ha ammesso le parti civili: Raffaele Costanzo assisterà i familiari della vittima e Lara Vastarella il medico Renato Bembo, già assolto per il reato di omicidio colposo. La giovane donna era stata ricoverata d’urgenza al sesto mese di gravidanza dopo che le sue condizioni si erano aggravate a seguito di un intervento al collo dell’utero avuto alcuni giorni prima presso l’ospedale di Giugliano, eseguito dal suo ginecologo di fiducia, deceduto nel 2017. La 29enne morì dopo aver dato alla luce tre gemelli, uno dei quali era già morto al momento del parto, ma nessuno se ne era accorto.

La presenza del feto in decomposizione causò una setticemia fatale alla giovane donna. Una seconda bimba, nata con un peso di soli 480 grammi, morì poche ore dopo la madre, mentre l’altra piccola, nonostante pesasse solo 600 grammi, riuscì a sopravvivere grazie all’assistenza ricevuta nella terapia intensiva neonatale della clinica Pineta Grande.

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