La direttrice della casa circondariale di Ravenna e suo marito sono stati dichiarati non colpevoli delle accuse di maltrattamento del loro cane labrador di 15 anni, per mancanza di prove. Inoltre, sono stati assolti dall’accusa di aver concorso nella soppressione del cane insieme a un veterinario, poiché il fatto non costituisce reato. La Procura aveva richiesto condanne di 6 mesi e 20 giorni per entrambi. Nel processo abbreviato, il Giudice per le Udienze Preliminari ha anche scagionato i genitori del veterinario dall’accusa di possesso di un fucile da caccia calibro 12, trovato durante una perquisizione nel loro ambulatorio. La madre è stata scagionata per particolare tenuità del fatto, mentre il padre è stato assolto perché il fatto non sussiste. La morte del cane, avvenuta per eutanasia, ha scatenato un’indagine nei confronti del veterinario Mauro Guerra, attualmente sotto processo. Durante una perquisizione nel suo ambulatorio, gli inquirenti hanno trovato una scatola di polistirolo contenente 615 mila euro in contanti, oltre a prove di eutanasie illegali e comportamenti negligenti senza diagnosi adeguate, in riferimento al caso del cane.

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