Una delegazione composta da diversi rappresentanti di associazioni e istituzioni ha recentemente visitato il carcere di Santa Maria Capua Vetere, rivelando una situazione allarmante e insostenibile.

La delegazione, composta tra gli altri dalla presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini e dal Garante Regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, ha evidenziato una tensione palpabile all’interno della struttura, che coinvolge sia i detenuti che gli operatori penitenziari. Nonostante i fatti di violenza del 2020, sembra che poco o nulla sia cambiato.

Durante la visita, la delegazione ha fatto tappa nel reparto Tamigi, dove era detenuto Nicola Badascino, deceduto di recente per un infarto. Secondo quanto riferito, Badascino era dializzato tre volte a settimana e aveva la febbre alta al momento del decesso. Tuttavia, non ha ricevuto alcun aiuto né soccorso tempestivo da parte del servizio sanitario, forse chiamato in ritardo.

Oltre a questa tragica vicenda, la delegazione ha denunciato il sovraffollamento della struttura e la carenza di personale, che comportano condizioni di vita e di lavoro difficili e pericolose. Attualmente, il carcere di Santa Maria Capua Vetere ospita oltre 1.500 detenuti, nonostante una capienza di soli 1.100 posti, con un sovraffollamento del 40%. Inoltre, mancano circa il 35% degli agenti e l’80% degli educatori previsti.

La situazione è così grave che il carcere di Santa Maria Capua Vetere viene considerato uno dei peggiori d’Italia, superando addirittura il famigerato carcere di Poggioreale a Napoli. La delegazione ha sottolineato l’urgenza di un intervento da parte delle istituzioni per risolvere tali problemi, a tutela dei detenuti e dei poliziotti penitenziari.

Tra le richieste avanzate dalla delegazione vi è la riduzione del sovraffollamento tramite l’accelerazione dei processi e l’adozione di misure alternative alla detenzione. Inoltre, si chiede un incremento del personale di agenti ed educatori per garantire condizioni dignitose di vita e di lavoro. Infine, è necessario adottare misure preventive per prevenire suicidi e violenze all’interno del carcere.

La situazione del carcere di Santa Maria Capua Vetere rappresenta un’emergenza che richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni competenti. È fondamentale garantire il rispetto dei diritti umani dei detenuti e la sicurezza dei poliziotti penitenziari. Solo attraverso un impegno concreto e una volontà politica sarà possibile affrontare e risolvere questi gravi problemi.

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