Quattro notti in cella, poi la scarcerazione. E la concessione degli arresti domiciliari. È stato il giudice per le indagini preliminari a revocare gli arresti in carcere e a concedere i domiciliari per Nicola Oddati, accogliendo la richiesta del suo avvocato, il penalista Vittorio Giaquinto. Due giorni fa, Oddati (che è accusato di turbativa d’asta e di traffico di influenze) si era difeso in questo modo: “I soldi nelle buste? Sì è vero li ho presi, erano un regalo di un imprenditore, perché avevo bisogno di soldi per motivi strettamente personali. L’appalto di Pozzuoli non c’entra”.

Il giudice ha quindi deciso di revocare gli arresti in carcere e concedere gli arresti domiciliari a Nicola Oddati, imputato di turbativa d’asta e traffico di influenze. La richiesta è stata avanzata dal suo avvocato, il penalista Vittorio Giaquinto, e il gip ha accolto la richiesta. Questa decisione è stata presa dopo quattro notti passate in cella.

Oddati ha cercato di difendersi dalle accuse sostenendo che i soldi trovati nelle buste erano un regalo di un imprenditore e che li aveva presi perché aveva bisogno di soldi per motivi personali. Ha anche sottolineato che l’appalto di Pozzuoli non ha nulla a che vedere con questa situazione.

Questa decisione del giudice dimostra che ci sono dei dubbi sulla colpevolezza di Oddati e che è stato ritenuto che non ci siano rischi di fuga o di ostacolare le indagini. Ora Oddati potrà trascorrere il periodo degli arresti domiciliari nella sua abitazione, in attesa del processo.

È importante sottolineare che questa è solo una decisione provvisoria e che il processo determinerà la colpevolezza o l’innocenza di Oddati. La giustizia dovrà fare il suo corso e valutare le prove a disposizione. Sarà quindi fondamentale attendere l’esito del processo per trarre conclusioni definitive.

In ogni caso, questa vicenda dimostra l’importanza di un sistema giudiziario equo e imparziale, in cui ogni imputato possa difendersi adeguatamente e in cui le decisioni siano prese in base alle prove presentate. Speriamo che il processo possa fare chiarezza su questa vicenda e che la verità venga finalmente stabilita.

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