Nella mattinata del 24 Agosto, una missione di salvataggio è stata attuata nelle acque del Mediterraneo, a circa 100 miglia a nord di Lampedusa. Un mercantile battente bandiera italiana, l’Eco Adriatica, ha tratto in salvo una barca piena di migranti provenienti dall’Algeria. Quando è sbarcato a Salerno, i primi a salire sul mercantile sono stati i poliziotti della Squadra mobile, che hanno subito individuato il presunto scafista, un algerino di trent’anni di nome Nadir Chabour.

Grazie alla collaborazione dei mediatori culturali e alle testimonianze raccolte dai sopravvissuti, la polizia ha scoperto che Chabour aveva minacciato ed usato violenza nei confronti dei suoi passeggeri, e che questi ultimi avevano pagato dai 1.500 ai 5.000 euro per la traversata dall’Algeria alla Sardegna. Le prove raccolte dai cellulari dei migranti e le dichiarazioni di testimoni e del comandante del mercantile hanno consentito alla polizia di sottoporre Chabour a un fermo e di avviare ulteriori indagini.

Il questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, ha affermato che “Salerno ha dimostrato di avere un sistema di accoglienza capace di entrare in funzione anche a stretto giro”. Ai quattordici uomini è stato notificato un provvedimento di respingimento e dovranno lasciare il territorio nazionale entro sette giorni.

Tutto questo fa parte di un’indagine transnazionale sui flussi di profughi in arrivo dall’Africa e sulle modalità di acquisto del biglietto per le coste italiane. Nel 2014, a Salerno, sei presunti scafisti furono fermati e accusati di traffico di esseri umani e di aver causato un naufragio, a causa delle imbarcazioni non sicure e delle persone imbarcate oltre il numero consentito.

L’arresto di Nadir Chabour rappresenta un nuovo passo avanti nella lotta contro il traffico di esseri umani, ma è necessario continuare a indagare per scoprire i veri organizzatori della trasferta. Solo così si potrà fermare il flusso di migranti, evitando così tragedie come quella del 24 Agosto.

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