Processo sulla distribuzione del latte in Campania: l’ex amministratore delegato della Cooperativa Santa Maria Srl, Gianfranco Costanzo, è stato ascoltato dai giudici, dalla procura e dagli avvocati del collegio difensivo. Il processo è scaturito dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sulla presunta gestione e sul controllo della criminalità organizzata relativamente alla distribuzione del latte in Campania, in questo caso nelle mani dei nipoti di Michele Zagaria, il superboss del clan dei Casalesi. Costanzo, prosciolto nel processo a suo carico, ha dichiarato di non ricordare e di non sapere nulla riguardo al suo rapporto con Nicola Capaldo, che per la Dda sarebbe stato utilizzato come una specie di prestanome, testa di legno nella sua società. Tuttavia, il pm dell’Antimafia Maurizio Giordano ha deciso di inviare gli atti relativi alle dichiarazioni su Capaldo in procura, poiché Costanzo rischia un’accusa di falsa testimonianza. Secondo l’inchiesta della Procura antimafia, Euromilk avrebbe continuato ad avere il controllo della distribuzione del latte Parmalat grazie a dei funzionari della multinazionale, Antonio Santoro e Lorenzo Vanore, ma anche attraverso il supporto dell’imprenditore di Castellammare di Stabia Adolfo Greco. I contratti tra Euromilk e Parmalat sarebbero continuati attraverso un’altra impresa riconducibile ai fratelli Capaldo, la Santa Maria srl, dopo che la società dei Capaldo venne sequestrata e sottoposta ad amministrazione giudiziaria per una interdittiva antimafia. Ciò fu possibile anche grazie all’attività di Adolfo Greco, che avrebbe concesso ai nipoti del boss latte da distribuire a un prezzo stracciato per diversi mesi, creando un potere economico alla neonata impresa. Durante l’udienza, è stato ascoltato anche un ex dipendente della Euromilk, Giovanni Massaro, che ha spiegato che a seguito del sequestro della società, era nata l’idea di creare la cooperativa Santa Maria, ricevendo il via libera di Capaldo alla sua costituzione.