Arzano. L’indagine della Procura sta portando alla luce una serie di dubbi riguardo alla gestione dell’ufficio SUAP e del dirigente preposto. Ancora una volta, infatti, la mancata chiusura dell’istruttoria relativa alla chiusura definitiva di un’impresa ha permesso di fatto la sua riapertura.

La Santa Chiara aveva già chiuso e riaperto due volte, fino a quando l’ufficio SUAP del comune non ha rilasciato l’autorizzazione finale. Tuttavia, l’assenza delle informazioni antimafia dei soggetti coinvolti ha portato alla sospensione dell’attività e all’avvio di un’istruttoria che sembra essere rimasta senza esito, consentendo così la riapertura dell’impresa.

L’agenzia mortuaria coinvolta è gestita dal figliastro di Luigi Scafuro, legato al clan Ferone e coinvolto in precedenti vicende legali legate alla gestione delle pompe funebri. Scafuro e i suoi parenti sono stati indagati per falsificazione di documenti e abuso d’ufficio legati alla gestione del servizio funebre ad Arzano.

Questa vicenda solleva interrogativi sulla correttezza delle procedure amministrative e sull’efficacia dei controlli antimafia. Sembra che ci siano legami stretti tra il clan Ferone e alcuni funzionari comunali, che potrebbero aver favorito la riapertura dell’impresa nonostante le irregolarità riscontrate.

La Procura continuerà ad indagare per fare chiarezza su questa vicenda e per accertare eventuali responsabilità penali. La legalità e la trasparenza devono essere garantite in ogni settore, compreso quello dei servizi funebri, per evitare che interessi illeciti possano compromettere la sicurezza e la legalità del territorio.

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