Il procuratore antimafia Henry John Woodcock è stato al centro dell’attenzione negli ultimi mesi, con diversi aggettivi usati per descriverlo: “preparato”, “ammirevole”, “affascinante”, “dal cuore populista”, “scaltro”, “un signore”, “geniale”. Questi aggettivi non sono stati utilizzati per adulare, ma sono stati pronunciati dai legali nel corso del processo che si sta concludendo con il verdetto del presidente Roberto Melone.
Durante il processo Aste Ok a Avellino, Woodcock ha dimostrato rispetto verso la controparte, i difensori, e ha affrontato situazioni difficili con fermezza. Ha anche sollecitato precisione e preparazione agli inquirenti e ha affrontato con decisione il caso delle accuse ai Carabinieri che avevano condotto le indagini.
Uno dei momenti significativi è stato il ricordo in aula dell’avvocato Vincenzo Maria Siniscalchi, definito da Woodcock un grande umanista e intellettuale, nonché un maestro del processo. Siniscalchi ha trasmesso al procuratore le regole comportamentali del processo, insegnandogli come comportarsi e gestire i rapporti tra le parti.
Questo identikit del procuratore Woodcock, diverso da quanto spesso descritto, è importante per guardare ai processi non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Il suo stile rispettoso e la sua prontezza nell’affrontare situazioni complesse lo rendono un esempio per i giovani che vogliono avvicinarsi alla professione forense.