Un imprenditore nolano ha fornito un racconto choc davanti al Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal giudice Sonia Matarazzo, su un giro di usura e estorsioni perpetrato dal clan Cava. L’imprenditore ha spiegato di aver chiesto l’intervento di Aniello Acunzo, affiliato al clan e successivamente diventato collaboratore di giustizia, per far sì che Francesco Maione accettasse le cambiali firmate da lui e non da sua moglie. Tuttavia, l’imprenditore è stato colpito alla tempia con il calcio della pistola. Alla fine, Acunzo ha detto all’imprenditore di fare quello che diceva Maione.

L’inchiesta Dda ha preso il via dopo le dichiarazioni rese da Acunzo su un giro di usura ed estorsioni avviato negli anni a cavallo tra il 2009 e il 2012 dal gruppo guidato da Salvatore Cava jr, poi al suo arresto nel maggio del 2010 dal cugino Florio Galeotalanza. Si torna in aula il 12 maggio per ascoltare altri due collaboratori di giustizia. Alla sbarra ci sono Salvatore Cava, il figlio del boss Biagio, il cugino Florio Galeota Lanza e Francesco Maione, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso e, in modo particolare, di usura aggravata dal metodo mafioso.

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