Con l’ultima tragedia che ha colpito Francesco Pio Maimone, è tornato in auge il tema della sottrazione dei figli minorenni ai genitori camorristi e mafiosi. L’uccisione del giovane è stata perpetrata da un suo coetaneo che è cresciuto in una famiglia con contatti con l’ambiente della criminalità organizzata. Il padre di questo giovane, Ciro Valda, è stato ucciso nel 2013 in un agguato camorristico, mentre sua madre è stata al centro di inchieste da parte dell’antimafia.
Dal rapporto Mafia Minors, finanziato dal programma Agis 2004 della Commissione Europea – Direzione Generale Giustizia e Affari Interni, emerge che il 40% dei minorenni coinvolti in episodi di criminalità ha familiari coinvolti in azioni giudiziarie per associazione di tipo mafioso. Ciò dimostra l’importanza di togliere i figli a camorristi e mafiosi.
È noto che non tutti i figli dei boss seguono le orme dei genitori. Alcuni studiano e diventano avvocati, ingegneri, notai o imprenditori. Tuttavia, non tutti i figli di boss studiano e l’esempio più evidente è rappresentato dal clan Di Lauro, dove ben 9 dei dieci figli maschi di Paolo Di Lauro hanno avuto problemi con la giustizia.
Per questo motivo, è importante che le forze dell’ordine vigilino attentamente le famiglie coinvolte nella criminalità organizzata e prendano provvedimenti adeguati per tutelare i minori. La sottrazione dei figli ai loro genitori può essere un modo per interrompere il ciclo di violenza e impedire che i bambini diventino a loro volta criminali.