La lotta contro la criminalità organizzata continua e spesso la legge riesce a prevalere sui criminali. È questo il caso della cellula dei Casalesi trapiantata in Veneto, nella zona di Eraclea, per la quale sono state invocate ben 44 condanne e oltre 450 anni di carcere complessivi.

Secondo la ricostruzione della Dda di Venezia, nella zona di Eraclea ci sarebbe stata una cellula del clan dei Casalesi che inizialmente sarebbe stata legata al sodalizio di Casal di Principe per poi, via via, conquistarsi una propria autonomia d’azione esportando il metodo mafioso e di intimidazione tipico del clan. Dopo un dibattimento durato oltre tre anni, sono state presentate prove, testimonianze e intercettazioni.

A capo del sodalizio ci sarebbe stato Luciano Donadio, imprenditore di Casal di Principe, per il quale sono stati invocati 30 anni di carcere. Stessa pena per Raffaele Buonanno, di San Cipriano d’Aversa, ed Antonio Pacifico, di Napoli. Le richieste di condanna sono molteplici e vanno dai 2 agli oltre 23 anni di carcere.

Il processo riguarda le attività di stampo mafioso riscontrate nel Veneto orientale, tra Eraclea e San Donà di Piave. Numerosi gli imputati che in parte hanno patteggiato, mentre altri sono sotto giudizio per giri di appalti non trasparenti, usura, estorsioni, fondi neri e altro ancora. La Regione Veneto ha chiesto un risarcimento di 1,2 milioni di euro.

Nonostante le richieste di condanna, ci sono stati anche alcuni casi di attenuanti generiche per i figli del presunto boss Luciano, Adriano e Claudio Donadio: “Siamo persone mature – ha evidenziato il pm Terzo – Capiamo che essere cresciuti in quell’ambiente. Non si può venire fuori con valori diversi”.

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