Il Gip Gelsomina Palmieri ha deciso di ordinare alla Procura di svolgere altri sei mesi di indagini sul caso di Antonio Pagnano, il giovane deceduto nel 2020 dopo vari interventi chirurgici. I familiari del ragazzo hanno portato avanti le loro tesi, sostenendo che bisognava individuare i medici che avevano avuto in cura il giovane durante la sua degenza nella clinica Santa Rita. La denuncia dei familiari aveva portato alla nomina di altri periti tra cui quelli designati dai familiari del deceduto. Il sostituto procuratore aveva concluso per l’archiviazione, ma secondo i legali dei familiari, tutte le consulenze avevano accertato che il decesso era collegato ad una delle operazioni. La vicenda aveva avuto inizio nel novembre del 2019, quando Antonio Pagnano era stato operato presso la Nuova Clinica Santa Rita per la rimozione di un linfangioma cavernoso retroperitoneale. Dopo questo primo intervento, trascorso qualche giorno c’erano state delle complicanze da qui la decisone di sottoporre il giovane sempre presso la clinica Santa Rita ad un secondo intervento. Ma a questo punto i sanitari avevano deciso il trasferimento del paziente presso l’ospedale «San Pio». Qui dopo circa due mesi di degenza e altri interventi, era giunto il decesso il 5 febbraio del 2020. I familiari del deceduto, i loro periti e i legali avevano sostenuto nelle denunce non solo la non adeguatezza degli interventi presso la clinica Santa Rita, ma anche l’inidoneità della struttura sanitaria al trattamento di tale patologia perchè la casa di cura, era priva di un reparto di rianimazione e di specialisti di chirurgia vascolare. La decisione del Gip di ordinare altre indagini rappresenta una svolta nella ricostruzione delle varie fasi della degenza che hanno portato alla morte di Antonio Pagnano.

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