Il Garante delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, è stato criticato dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, per aver sottostimato i problemi che si verificano nelle carceri della Campania. Capece ha dichiarato che Ciambriello vive su un altro pianeta, perché non vede le risse, i ferimenti e le risse in cui spessissimo a subire è il personale di Polizia Penitenziaria; non vede i droni che sorvolano e tentano di portare droga ed altro o i suicidi sventati dagli Agenti.
Capece ha anche criticato l’eccessiva esposizione mediatica di Ciambriello, che ha offuscato il ruolo dell’Amministrazione Penitenziaria campana sulle tematiche delle carceri e dell’esecuzione penale. Secondo Capece, Ciambriello parla sempre e solo di detenuti, chiaramente contro la Polizia Penitenziaria, cosa che il garante sta facendo sistematicamente.
Il segretario generale del Sappe ha sottolineato il duro e difficile lavoro del poliziotto penitenziario, svolto da donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva. Si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto.
Capece ha concluso affermando che Ciambriello ignora o finge di ignorare il lavoro della Polizia Penitenziaria, che svolge un ruolo importante nella gestione delle carceri. Se questi sono gli “esperti” delle carceri, che per altro realizzano pubblicazioni auto celebrative con i soldi pubblici, vorremmo dire alle Autorità politiche campane di ascoltare anche i tecnici che il carcere lo vivono in prima persona H24, come gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, e non solo i teorici che lo vivono al mattino dopo colazione e il pomeriggio dopo il the.