Narcotrafficante algerino arrestato a Caserta
Un narcotrafficante algerino di 53 anni, Lounis Youcef, è stato arrestato insieme ad altre sette persone nell’ambito dell’inchiesta “Stormed” della Squadra Mobile di Palermo. Il gruppo criminale smantellato era dedito al traffico di stupefacenti e aveva la sua base in un parcheggio del quartiere Brancaccio del Capoluogo siciliano. Durante l’arresto, Youcef è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica, marca Beretta calibro 7.65, risultata provento di furto.
L’inchiesta, partita nel 2019, si basa anche su una serie di intercettazioni. I consistenti carichi di hashish sarebbero stati acquistati anche nel 2020. Nonostante il business fiorente, secondo la ricostruzione degli investigatori, non vi sarebbe stato alcun coinvolgimento di Cosa Nostra nella compravendita di droga.
Il gruppo avrebbe avviato un florido canale di approvvigionamento di hashish, tramite Youcef. L’algerino è accusato di essere un trafficante internazionale, anche attraverso l’intermediazione di trafficanti napoletani. L’asse di approvvigionamento dello stupefacente, proveniente dal Marocco, tra la Spagna e l’Italia avrebbe garantito al sodalizio di rifornirsi di grosse quantità di hashish di ottima qualità con prezzi concorrenziali anche al fine di affrancarsi dagli usuali e storici canali di importazioni del “fumo”, assumendo in tal modo una posizione di supremazia nel mercato illecito della droga.
L’obiettivo del gruppo era affrancarsi dagli usuali e storici canali di importazioni di droga assumendo una posizione di supremazia nel mercato illecito. Volumi d’affari a sei zero come dimostra l’offerta fatta agli acquirenti palermitani: una prima fornitura di 3 tonnellate di hashish con pagamento in acconto di 2 milioni di euro. Per definire le trattative il fornitore straniero è arrivato a Palermo. “Ha sempre mantenuto un tenore di vita molto elevato nei suoi spostamenti in Sicilia e in Campania ed era solito spostarsi tra la Spagna e il capoluogo campano”, spiegano dalla Questura di Palermo. A seguito di accertamenti patrimoniali sul nucleo familiare di un indagato e di una constatata sproporzione tra redditi dichiarati e acquisti, è stato eseguito il decreto di sequestro preventivo disposto dal gip di 2 appartamenti.