La situazione nelle carceri campane sembra essere sempre più critica, come dimostrano gli episodi di rivolta che si stanno verificando. Dopo Avellino, dove sono stati rinvenuti droga e telefoni, anche la prigione di Salerno è stata teatro di una mini-rivolta. Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha affermato che gli istituti penitenziari campani sono quelli a maggior rischio e ha chiesto all’Amministrazione Penitenziaria di intervenire con un piano straordinario per aumentare personale, mezzi e strumenti per le carceri della regione.

Secondo Di Giacomo, le mini-rivolte che si ripetono in molte carceri hanno tutte lo stesso “copione”: incendio di materassi e suppellettili, atti di violenza e aggressione ad agenti, tutto concluso nel giro di poche ore. Si tratta di un messaggio inviato dal mondo della criminalità organizzata, che si serve della disperazione dei detenuti per far passare il suo messaggio.

Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria ha anche sottolineato come il clima di violenza sia alimentato dalla diffusa sensazione di impunità, da parte di chi è convinto di non avere nulla da perdere e di poter conquistare i favori dei capi clan. In questo scenario, si punta apertamente ad indebolire il sistema penitenziario e il ruolo degli agenti.

È importante chiedersi se siamo di fronte ad una diffusa incapacità di far fronte alla criminalità che opera dal carcere. È necessario che l’Amministrazione Penitenziaria prenda seri provvedimenti per garantire la sicurezza degli agenti e dei detenuti, e per evitare che il sistema penitenziario venga indebolito dal mondo della criminalità organizzata.

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