Nelle carceri italiane si trovano oggetti pericolosi come coltelli, bisturi, tirapugni e telefoni cellulari. Questo è il risultato di un’operazione di polizia penitenziaria nella Casa circondariale di Carinola, dove sono stati sequestrati due telefoni cellulari funzionanti, un caricabatterie, un tirapugni rudimentale, due coltelli e un bisturi. Il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, ha commentato che la situazione è preoccupante e che la sicurezza interna delle carceri italiane deve essere garantita.

Il problema dell’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è molto diffuso. Nonostante la recente previsione di reato nel Codice penale per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi.

Capece chiede soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi in cui sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone. La Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Nonostante la significativa carenza organica del penitenziario, la grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria ha permesso di portare a termine questa operazione di polizia che ha portato frutti.

La situazione è preoccupante e richiede un immediato intervento dell’amministrazione per garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani. La Polizia Penitenziaria deve essere in grado di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo.

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