Un uomo è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione per aver investito Adrian Olmo, un giovane napoletano di soli 28 anni, con un SUV Maserati Levante e poi essersi dato alla fuga senza prestare soccorso. Il terribile incidente si è verificato il 29 novembre 2021 a Napoli, poco dopo le 9 di sera, mentre Olmo attraversava la strada sulle strisce pedonali vicino a casa sua. Il giudice Ambra Cerabona ha pronunciato la sentenza dopo l’udienza del processo tenutasi ieri mattina. L’imputato, Alfonso Santaniello, doveva rispondere del reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga, ma ha potuto beneficiare della riduzione di un terzo della pena in virtù del rito abbreviato scelto. Il pubblico ministero Francesca Falconi aveva chiesto una condanna di cinque anni.
Nonostante la riduzione della pena, la condanna non consente a Santaniello di usufruire della sospensione condizionale della pena, ma essendo inferiore ai quattro anni, potrà chiedere i benefici previsti dall’ordinamento penitenziario in sede esecutiva, come l’affidamento in prova ai servizi sociali. I familiari della vittima, assistiti dal consulente personale Vincenzo Carotenuto tramite Studio3AValore S.p.A., sono stati integralmente risarciti, ma si aspettavano una pena esemplare per l’investitore. Il loro dolore è palpabile, e si sono lasciati andare a uno sfogo al termine della sentenza: “Nessuna giustizia per la morte del nostro caro”, hanno commentato. “Adrian era un ragazzo pieno di vita e speranze, è stato ucciso mentre rientrava a casa per cena, e attraversava la strada sulle strisce pedonali, da un pirata della strada che procedeva a tutta velocità su un potente SUV in via Miano a Capodimonte-Porta Piccola, a pochi metri dall’ingresso del Parco e Museo di Capodimonte. È stato investito e sbalzato per 17 metri sull’asfalto. Poi quell’uomo è scappato lasciandolo in fin di vita sulla strada. Il nostro ragazzo è morto poco dopo in ospedale per le gravissime lesioni riportate. Aveva appena compiuto 28 anni. L’investitore si è presentato solo dopo due giorni alla Polizia Municipale, che già era sulle sue tracce, accompagnato da due legali”.
Questa condanna, sebbene non simbolica, lascia una profonda amarezza nei familiari della vittima, che si aspettavano una pena più severa per l’investitore. La giustizia non può restituire la vita ad Adrian Olmo, ma la sua morte deve servire come monito per tutti coloro che guidano con imprudenza e senza rispetto per la vita altrui.