La malattia di Lyme è stata diagnosticata per la prima volta nel Sannio presso la pediatria dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento in una bambina che era stata punto da una zecca circa 20 giorni prima del ricovero. Il parassita è stato rimosso presso il P.S.A.U.T. della Valle Telesina e la bambina ha ricevuto una terapia antibiotica con macrolide per sette giorni. Successivamente è comparso un eritema migrante sul suo volto che è stato trattato con cortisone. Nei primi giorni di giugno la bambina è stata visitata dai medici del Pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento dopo aver manifestato difficoltà a deambulare e forti dolori ad arti, dorso ed addome. La bambina è stata ricoverata presso il reparto “Pediatria” della struttura sanitaria di Viale Principe di Napoli e i pediatri hanno sospettato la malattia di “Lyme” alla luce del racconto anamnestico e dei dati clinici riscontrati. La diagnosi è stata confermata dal laboratorio che ha riscontrato la presenza di anticorpi anti Borrelia Burgdorferi, di una infezione trasmessa da una zecca del genere Ixodes.
La malattia di Lyme si manifesta con un eritema migrante che compare 7-14 giorni dopo la puntura di una zecca e può associarsi a manifestazioni sistemiche come malessere, cefalea, febbre, dolori articolari, rigidità nucale. Molto temute sono la neuroborreliosi, in cui vi è il coinvolgimento del sistema nervoso centrale, e la cardite che può addirittura portare ad un blocco A/V di III grado.
Il dottor Raffaello Rabuano, Direttore della UOC di Pediatria-Neonatologie e UTIN dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù FBF, ha precisato che la malattia di Lyme si definisce anche la grande simulatrice perché le manifestazioni sono poliedriche e possono far pensare a tante altre patologie. La malattia colpisce alcune regioni italiane come il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, ma il caso della bambina di Benevento dimostra che gli animali selvatici arrivano nei centri abitati con il loro corredo di parassiti. È importante prevenire la malattia di Lyme con misure ambientali volte ad evitare la puntura degli artropodi. Quando si ha una zecca sulla cute bisogna recarsi in pronto soccorso o dal medico e non procedere in proprio alla rimozione del parassita che va fatta con una tecnica particolare. Non è raccomandata la profilassi antibiotica dopo la puntura della zecca perché il rischio generale di contrarre la malattia di Lyme, anche nelle zone endemiche, è dell’1-3%. È sempre raccomandato indossare abiti che coprano gli arti quando si va nei boschi o quando si va in campagna, usare calzature chiuse e lozioni insetto repellenti. Al ritorno da escursioni o gite nei boschi, in montagna o in campagna è sempre opportuno ispezionare la cute alla ricerca di eventuali parassiti.

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