Operazione antidroga dei Carabinieri di Castellammare di Stabia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria nel territorio di Lioni: domani gli interrogatori di convalida per gli indagati. Domani si terranno gli interrogatori di convalida per gli indagati coinvolti nell’operazione antidroga condotta dai Carabinieri di Castellammare di Stabia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria nel territorio di Lioni. Tra gli indagati, vi sono V.S., 74enne di Castellammare di Stabia, e sua figlia C.S., 52enne nata a Capri, entrambi residenti a Lioni e difesi dall’avvocato Giovanna Perna, H.S., difeso dall’avvocato Fabrizio Granata, e L.K., M.A., L.B., tutti albanesi ma residenti a Lioni e difesi dall’avvocato Giovanna Perna. Gli indagati compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, per la convalida delle misure adottate nei loro confronti.

Gli indagati sono accusati di detenzione di sostanza stupefacente per la realizzazione di una maxi piantagione di droga in una casa situata in Contrada Oppido di Lioni. Il pubblico ministero Vincenzo Toscano ha disposto la convalida del sequestro di marijuana e ha presentato la richiesta di convalida delle misure adottate nei confronti degli indagati.

Il blitz dei Carabinieri è scattato il 25 giugno scorso, quando è stata scoperta la presenza di tre serre artificiali utilizzate per coltivare ben 453 piante di cannabis, ciascuna alta circa 150 centimetri. Tra queste, 49 piante erano già in fase di essiccazione, mentre sono stati trovati 800 grammi di “erba” pronti per essere confezionati e venduti. Le serre rappresentavano un laboratorio di produzione di droga pienamente attivo.

Ma l’operazione non si è limitata alla scoperta delle serre di coltivazione. Pochi chilometri più avanti, nella contrada Civita Superiore di Teora, i Carabinieri hanno individuato una piantagione di cannabis su tre ampie piazzole. Sono state coltivate circa 2100 piante alte circa un metro. I militari hanno proceduto al campionamento e alla distruzione dei fusti delle piante, rendendoli inutilizzabili per la produzione e la distribuzione di droga.

A seguito di questa operazione, cinque degli arrestati sono stati condotti nel carcere di Bellizzi, mentre uno è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

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