Il sostituto procuratore generale di Napoli, Paola Correra, ha richiesto una pena di dieci anni di carcere per Agostino Veneziano, il giovane di 27 anni che nel 2013 ha ucciso Emanuele Di Caterino, all’epoca quattordicenne, in piazza Bellini ad Aversa. La richiesta di pena è stata formulata durante la requisitoria nel corso del processo di appello. La prossima udienza si terrà il 6 luglio, quando la difesa dell’imputato presenterà la sua arringa e verrà pronunciata la sentenza.

La madre di Emanuele Di Caterino, Amalia Di Iorio, che ha costituito parte civile nel processo rappresentata dall’avvocato Maurizio Zuccaro, ha espresso il desiderio che lo Stato punisca chi ha commesso l’errore, altrimenti quale esempio daremmo ai giovani. Questo desiderio è nato dal fatto che Veneziano, dieci anni dopo il fatto, era ancora libero. Amalia ha dichiarato che è terribile vedere l’assassino di suo figlio camminare a testa alta e passare anche davanti a casa sua. Infatti, Veneziano è riuscito a evitare quasi indenne cinque processi, scontando solo pochi mesi di carcere. Il processo di primo grado, svoltosi nel 2014 con rito abbreviato davanti al giudice monocratico del tribunale dei minori, lo aveva condannato a 15 anni, ma successivamente la Corte di Appello ha annullato la sentenza, ritenendo che il processo dovesse svolgersi davanti al tribunale in composizione collegiale. Al termine del nuovo processo di primo grado, l’imputato è stato condannato a otto anni, successivamente aumentati a 10 anni in appello. Tuttavia, questo verdetto è stato annullato all’inizio del 2023 dalla Corte di Cassazione, che ha rinviato gli atti a una nuova sezione della Corte di Appello di Napoli per il sesto processo. Quest’ultimo è iniziato il 4 maggio scorso e i giudici di secondo grado sono chiamati a motivare meglio il diniego della legittima difesa invocata dagli avvocati di Veneziano. In teoria, potrebbe esserci addirittura un settimo processo per un eventuale passaggio definitivo in Cassazione. Nel corso di questi anni, Amalia ha scritto lettere e appelli affinché l’assassino di suo figlio fosse rinchiuso in carcere. Ha parlato in Parlamento e ha tenuto discorsi nelle scuole per combattere il bullismo. Ha dichiarato che non ha mai fatto pesare la sua battaglia per ottenere giustizia sugli altri suoi tre figli, ma loro le chiedono, così come anche lei, quale sia il senso di aver tanto lottato nelle aule di giustizia se ancora non è stata fatta giustizia.

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