Anni di abusi e violenze da parte di un padre violento hanno portato Paola, la sua compagna e i loro quattro figli a fuggire a Pozzuoli e a far arrestare l’uomo.
Ieri, i carabinieri di Pozzuoli e di Paola hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale aggravata commessa in ambito familiare e porto abusivo di armi comuni da sparo. Dietro questo comunicato si nasconde una storia di violenze continue e soprusi.
M.M., un pastore cinquantenne noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato in collaborazione con i militari di Pozzuoli, che avevano ricevuto una dettagliata denuncia delle presunte violenze subite. Emergono situazioni di profonda prostrazione per le vittime: l’uomo le avrebbe minacciate con frasi come “Ti scanno, ti taglio la testa e la do ai cani, e mi bevo il sangue”. I quattro figli, di età compresa tra i 7 e i 23 anni, sarebbero stati sottoposti a continue vessazioni e avrebbero già riferito di violenze fisiche e psicologiche.
L’uomo avrebbe costretto i giovani figli a lavorare in un terreno agricolo di sua proprietà, forse abusando anche di una delle figlie. Si raccontano storie di impiccagione dei cani e di pecore uccise a colpi di arma da fuoco solo perché si muovevano durante la mungitura. Violenza verso i figli, anche con l’utilizzo di un bastone. Il materiale raccolto durante l’inchiesta inchioderebbe l’uomo alle sue responsabilità, tanto che il giudice per le indagini preliminari di Paola ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Quando madre e figli hanno capito che la situazione non poteva che peggiorare, hanno deciso di fuggire a Pozzuoli e denunciare tutto alle autorità, fornendo anche del materiale che potrebbe provare la colpevolezza dell’uomo. La situazione era così insostenibile che la compagna ha persino pensato di suicidarsi, ma quando ha rivelato le sue intenzioni al cinquantenne, questi le ha risposto: “Vai a suicidarti da un’altra parte, altrimenti mi rovini il pavimento”.