Un nuovo messaggio contro le forze dell’ordine è comparso su un muro della città, a pochi metri dal luogo in cui è stato individuato il primo. Questa volta è molto più chiaro: c’è il disegno di un’auto della polizia capovolta, accanto alla firma “1EO”. È proprio la firma a collegare i due episodi, anche se l’intera questione è ancora avvolta dal mistero.

Il primo segnale è stato lanciato, lunedì mattina, in modo molto clamoroso, dalla cima di un edificio in piazza Garibaldi su un enorme spazio pubblicitario attualmente inutilizzato. In grandi caratteri bianchi su sfondo nero, è apparsa una scritta incomprensibile con disegni e punteggiatura, che recitava “Police 1 OVN”, con la lettera “I” di police sovrastata da un diavolo che ride.

Questo messaggio è stato notato durante la manifestazione contro l’abolizione del reddito di cittadinanza che lunedì scorso è partita proprio da piazza Garibaldi. È stato scoperto che per raggiungere il tetto dell’edificio è stata forzata una porta e che la scritta è stata presumibilmente realizzata durante la notte, anche se nessuno se ne è accorto. La polizia ha immediatamente aperto un’indagine su questo caso.

Dopo l’eco suscitato dal primo messaggio, che non era chiaramente identificabile come una sfida alla polizia, ieri ne è stato individuato un altro, a pochi metri da piazza Garibaldi, sul muro di un edificio in rovina al Ponte di Casanova. Si tratta del disegno di un’auto della polizia capovolta, completamente arancione, con un cerchio sul tetto che racchiude una “X”, accanto alla firma che richiama direttamente il primo messaggio: anche questa inizia con “1”, come la prima, ma le lettere che seguono sono diverse, in questo caso si tratta della sequenza “EO”. Nonostante il messaggio di sfida alla polizia sia chiaramente evidente, ciò che non sembra individuabile è l’autore.

Non ci sono simboli riconducibili a gruppi o organizzazioni conosciute. È evidente che il numero 1 seguito dal simbolo dell’euro è il punto comune, ma sono elementi che, allo stato attuale, non conducono ad alcuna pista certa. La polizia sta cercando di fare chiarezza sulla questione. Vengono esplorati tutti i possibili ambienti che nel tempo hanno fatto della sfida alle forze dell’ordine un motivo di lotta. Si sta valutando la possibilità che sia un segnale lanciato dal mondo dell’antagonismo, ipotesi emersa dopo l’analisi del primo testo: sembrava che fosse stato realizzato con modalità tipiche di quell’ambiente, utilizzando anche simboli dell’alfabeto cirillico per completare il testo.

L’analisi del gigantesco testo di piazza Garibaldi, il cui messaggio non era ancora del tutto chiaro lunedì, quando è stato individuato, aveva anche aperto la porta all’ipotesi che potesse essere opera di un gruppo di anarchici, sempre pronti a sfidare le istituzioni con ogni mezzo possibile.

Il ritrovamento del murales di ieri, però, sembra non avvalorare nessuna delle ipotesi attualmente in campo. Ad esempio, il cerchio disegnato sul tetto dell’auto della polizia è troppo preciso e non si avvicina al classico simbolo anarchico che avrebbe potuto essere inserito proprio in quella parte del murale per dare un segnale chiaro. Nel disegno del Ponte di Casanova non c’è nemmeno l’utilizzo ipotetico delle lettere dell’alfabeto cirillico che aveva spinto a considerare altre ipotesi. Questa volta si tratta di un messaggio molto chiaro, a cui manca semplicemente una firma interpretabile.

Proprio quella sequenza di lettere precedute da “1” contiene la chiave per risolvere quello che, allo stato attuale, appare come un vero mistero. Non esiste un database che mostri l’utilizzo di quel codice in altre città, nemmeno a livello internazionale. Potrebbe essere un acronimo che si sta diffondendo solo in questo momento, quindi c’è grande attenzione agli eventi delle altre città italiane, ma anche delle grandi metropoli di tutto il mondo, nell’ipotesi che possa trattarsi di una rete internazionale che sta muovendo i primi passi ed è alla ricerca di visibilità.

La grande preoccupazione è che, in un momento di difficoltà e fragilità sociale, come quello causato dalla cancellazione del reddito di cittadinanza, possa trattarsi di un tentativo di alimentare lo scontro e aumentare la tensione.

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