“La difesa del 16enne fermato per l’omicidio del musicista Cutolo”

Il giovane di 16 anni fermato per l’omicidio del musicista Giovanbattista Cutolo si è difeso nel corso del primo interrogatorio reso al pm Francesco Regine. Ha affermato di non aver voluto uccidere nessuno, ma di essersi solo difeso quando ha visto l’altro ragazzo avvicinarsi con tono minaccioso.

Il minore, già con precedenti per tentato omicidio commesso quando aveva solo 13 anni, ha raccontato la sua versione dei fatti avvenuti la mattina del 31 agosto, una dinamica già confermata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza di piazza Municipio, cuore del capoluogo. Le immagini mostrano insulti, una rissa e spari, ma anche la chiara responsabilità del minore. Si sono affrontati gli amici della vittima e undici rivali, quattro dei Quartieri Spagnoli, tra cui il 16enne che ha sparato, e sette di piazza Bellini. Il ragazzo ha anche affermato che l’arma non era sua, ma era custodita da uno dei suoi compagni che gliel’ha passata quando la situazione si è fatta tesa.

Difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, il 16enne ha confermato che quella notte c’è stata una rissa fuori da un locale di piazza Municipio, dove si trovavano due gruppi di ragazzi, quello del minore e quello di Cutolo e dei suoi amici. La lite, diventata poi una rissa, sarebbe iniziata tra un ragazzo che conosceva la comitiva di Cutolo e i suoi amici, per motivi banali come uno scooter del gruppo del minore urtato durante il parcheggio e una bustina di maionese svuotata da un amico del 16enne sul giovane conoscente della comitiva del musicista. Il minore ha poi raccontato che il gruppo di Cutolo è intervenuto per difendere il ragazzo offeso, scatenando una rissa in cui “alcuni si difendevano con le mani o i calci, altri lanciavano uno sgabello o delle sedie”.

Il 16enne ha riferito di aver visto Cutolo avvicinarsi con fare minaccioso: “Ho avuto paura che potesse succedermi qualcosa”, ha detto, “così ho chiesto di darmi la pistola e ho sparato tre colpi, ma non con l’intenzione di uccidere. Ho visto Cutolo indietreggiare e pensavo di avergli fatto paura. Non sapevo di averlo ucciso, sono rimasto scioccato quando l’ho scoperto”.

Il minore ha indicato i soprannomi degli altri compagni che erano con lui, tutti maggiorenni e già individuati, in particolare colui che gli ha passato l’arma, accusato di concorso in omicidio, e un altro amico, anch’egli indagato.

Il ragazzo ha spiegato che l’arma non era sua, ma del gruppo, che loro portavano dietro per giocarci e fare scenate. Questa versione coincide con la ricostruzione della Polizia riguardo alla rissa e agli spari da parte del 16enne, ma non riguardo al tentativo di difesa.

Secondo la Squadra Mobile, Cutolo avrebbe cercato di proteggere l’amico chiedendo al gruppo del minore di smetterla. “Lasciateci in pace”, avrebbe detto Cutolo, ricevendo uno sgabello addosso e poco dopo tre colpi di pistola. L’autopsia stabilirà quanti colpi hanno colpito la vittima.

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