Convalidato il fermo per il 16enne reo confesso
La città di Napoli si prepara a dare l’ultimo saluto a Giogiò, il giovane vittima di un tragico omicidio. La madre, Daniela, chiede che il funerale sia un momento di riscatto per la città, un evento storico che segni una svolta. Vorrebbe la massima partecipazione di tutti gli abitanti di Napoli, degli artisti e anche dei calciatori locali. Il funerale di Giovanbattista Cutolo si terrà mercoledì prossimo, 6 settembre, alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo. La cerimonia sarà presieduta dall’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia. In segno di lutto, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha decretato la proclamazione del lutto cittadino per quel giorno.
Il desiderio della madre di Giogiò è stato espresso durante una manifestazione, dopo il corteo di ieri che ha attraversato il centro della città, durante la quale è stata deposta una corona di fiori sul luogo dell’omicidio. In piazza, il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, ha offerto una preghiera e ha abbracciato la madre di Giovanbattista, invocando un momento di pace e riscatto per la città.
Nel frattempo, il gip del tribunale dei Minorenni di Napoli, Valeria Veschini, ha convalidato il fermo e ha disposto la detenzione del 16enne reo confesso in un istituto penale minorile. Il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato, detenzione e porto abusivo di arma, nonché ricettazione. Durante l’udienza di convalida, il ragazzo si è mostrato più consapevole della gravità del suo gesto e ha dimostrato un atteggiamento più remissivo rispetto al momento dell’arresto.
La città di Napoli si trova di fronte a un cambiamento radicale nella lotta alla criminalità. Si chiede ai cittadini onesti di “uscire dai gusci” e di riaffermare il loro diritto alla città, mentre i criminali, che rappresentano una minoranza, devono essere perseguiti, condannati e rieducati. È unanime l’opinione che un sedicenne armato non può essere considerato un ragazzo.
Il gip del tribunale dei Minorenni di Napoli ha quindi convalidato il fermo e ha deciso la detenzione del giovane in un istituto penale minorile. La giustizia deve fare il suo corso e speriamo che questo tragico episodio possa portare a una riflessione profonda sulla cultura della violenza che permea la nostra società.