Effettuato oggi un primo sopralluogo presso l’ex convento San Generoso per ispezionare i locali che dovrebbero ospitare i servizi demografici ed elettorali del Comune di Avellino. La visita è stata concordata a seguito di una specifica richiesta avanzata dai responsabili della sicurezza dei lavoratori, ed è stata condotta insieme al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Ente, all’incaricato del servizio interno e ai tecnici comunali che hanno curato i lavori di ristrutturazione dell’ex caserma.

Già al nostro arrivo abbiamo incontrato le prime difficoltà a causa della totale mancanza di parcheggi nelle aree circostanti, anche a causa della chiusura del Parco Santo Spirito a causa di un’allerta meteo. Comunque, abbiamo parcheggiato le nostre auto come abbiamo potuto, nella speranza che la Polizia Municipale non intervenisse per rimuoverle, e ci siamo recati dopo un breve tragitto sotto il caldo sole del mattino all’ingresso dei locali, dal quale non siamo riusciti ad entrare perché non avevamo la chiave. Abbiamo quindi trovato accesso dalla porticina laterale, evidentemente l’ingresso di servizio per i dipendenti, che presentava barriere architettoniche evidenti. Appena entriamo nella struttura, ci rendiamo subito conto che il passaggio dalla zona degli uffici alla sala che dovrebbe ospitare i futuri sportelli anagrafici, nonostante abbia la larghezza di una normale porta, ha un’altezza leggermente superiore al metro e ottanta, cosa che mi ha fatto pensare con rabbia mista ad ilarità alla favola del re che fece abbassare la volta della porta di accesso alla sala del trono per obbligare tutti coloro che ci passavano a fare un inchino.

Il secondo pensiero è andato alla “mente eccelsa” che ha potuto ritenere idonei e funzionali per l’uso i locali che in realtà non lo sono, innescando così un meccanismo che ha creato false aspettative da un lato e inutili allarmismi dall’altro. Ci siamo resi conto di ciò immediatamente quando abbiamo misurato l’altezza dei vari ambienti, che risultava essere quasi sempre inferiore ai due metri e settanta, altezza minima prevista per rendere i locali agibili e adibiti ad ufficio pubblico. Inoltre, tutti i locali risultano scarsamente illuminati dalla luce naturale e gravemente carenti di areazione, poiché le aperture verso l’esterno sono piccole e si affacciano principalmente sul cortile interno dell’edificio; una finestra in particolare si trova completamente all’interno dell’atrio dello stesso salone riservato all’utenza.

Dato quanto detto:

Considerato che i locali sono completamente privi di caldaia per il riscaldamento/condizionamento, sprovvisti di un impianto di areazione meccanica e ancora non è stata messa in funzione l’ascensore interno;
considerato che i locali al piano terra non consentono il trasferimento, a causa della mancanza di spazio, degli enormi armadi rotanti che contengono tutto l’archivio storico/anagrafico ed elettorale;
considerato che non c’è possibilità di allocare l’archivio di tutti i registri di stato civile dal 1806 ad oggi;
considerato che anche gli sportelli anagrafici previsti dal progetto potrebbero risultare insufficienti rispetto ai nove attualmente in uso, senza considerare la grave disfunzionalità tra questi e gli uffici interni (gestiti spesso dallo stesso personale) che si trovano al secondo piano dell’edificio, in un totale di quattro stanze rispetto alle tredici normalmente utilizzate;
riteniamo che la collocazione dei Servizi Demografici ed Elettorali presso l’ex convento San Generoso, ex caserma dei Vigili del Fuoco, ex caserma della Polizia Municipale, non possa essere realizzata in nessun modo. Invitiamo quindi l’Amministrazione a ripensare al proprio piano logistico di collocazione degli uffici comunali, prima di spendere ulteriori centinaia di migliaia di euro e aggiungere solo un’altra ex alle precedenti destinazioni d’uso dell’edificio.

Nel frattempo, pensando a quali altre spiacevoli sorprese ci riserveranno le altre sedi previste dal piano per diventare future sedi degli uffici comunali, quando avremo la possibilità di ispezionarle, restiamo in attesa che l’Amministrazione accolga il nostro invito e decida finalmente di confrontarsi sulle decisioni prese in completa solitudine che riguardano la vita lavorativa di tutti i dipendenti, i quali sono altrettanto preoccupati per i disagi e i disservizi che verranno arrecati alla città negli anni a venire a causa di queste decisioni improvvisate.

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