La repressione della criminalità giovanile: una necessità per la prevenzione e la protezione dei minori

La criminalità giovanile è un fenomeno in crescita in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione. È difficile affrontare questo problema senza ricorrere a misure repressive, che possono sembrare autoritarie e ingiuste quando si tratta di ragazzi di soli 14 o 15 anni. Tuttavia, è importante considerare che in alcuni paesi europei, come l’Inghilterra, la Francia, l’Olanda, l’Irlanda e la Polonia, l’età per essere incriminati varia addirittura dai 10 ai 13 anni.

In Italia, inoltre, dobbiamo affrontare l’aggravante della camorra, che recluta soldati minorenni protetti dall’impunità. In questo contesto, le parole della politica Giorgia Meloni sulla prevenzione assumono un significato ancora più importante. È necessario adottare misure preventive per evitare che i giovani cadano nella criminalità e diventino strumenti nelle mani delle organizzazioni criminali.

Un’altra questione cruciale è la mancata istruzione e l’assenza dell’obbligo scolastico. Ci sono molti ragazzi e ragazze che non rispettano questa regola fondamentale, e il problema non è solo la mancanza di istruzione, ma anche l’utilizzo che le famiglie fanno di questi giovani, spesso coinvolgendoli in attività poco virtuose. La mia esperienza di frequentazione dei campi rom è stata una lezione di vita drammatica in questo senso.

La punibilità severa dei minori è anche necessaria per contrastare i gravi abusi sessuali sui minori. La mancanza di educazione e le situazioni familiari disastrose possono portare i bambini, che hanno appena superato i dieci anni, a vivere esperienze traumatiche che li segneranno per sempre. Purtroppo, spesso sono gli stessi coetanei o parenti a perpetrare questi abusi. È fondamentale intervenire con misure preventive, piuttosto che repressive, per evitare che questi episodi si ripetano.

Inoltre, è importante ampliare il discorso anche ad età leggermente superiori. Il “lupo” esiste da sempre, come dimostra la fiaba di Cappuccetto Rosso, ma oggi sembra dilagare in modo impressionante, sia per mancanza di educazione che per comportamenti criminali. I genitori di Cappuccetto Rosso devono quindi potenziare la loro capacità educativa e vigilare sulle uscite delle loro figlie con le amiche.

In conclusione, la repressione della criminalità giovanile è un argomento delicato e complesso, ma necessario per garantire la sicurezza e il benessere dei minori. È importante adottare misure preventive per evitare che i giovani cadano nella criminalità e diventino strumenti nelle mani delle organizzazioni criminali. Allo stesso tempo, è fondamentale intervenire per proteggere i minori dagli abusi sessuali e garantire una vita serena e sicura per le future generazioni.

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