Il cartello di gruppi legati al clan Pagnozzi, attivo tra le province di Avellino, Benevento e Caserta, è stato raggiunto da una misura cautelare per varie ipotesi di reato aggravate dal metodo mafioso. L’inchiesta della Dda di Napoli e dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Montesarchio ha evidenziato che i principali grossisti di cocaina nella Valle Caudina erano proprio i membri del clan Pagnozzi. La fornitura di droga avveniva nel Parco Verde, e da qui inizia il capitolo dedicato alla droga nell’inchiesta. Nel mese di agosto 2018, sono state captate conversazioni tra Pietrantonio Morzillo, il promotore del gruppo che si occupa dello spaccio sul territorio, e un altro indagato, che fungeva da tramite per l’acquisto di “50-60 cosi”, un termine usato per indicare la droga. Approfittando del fatto che Morzillo avesse una panetteria, nelle telefonate si faceva riferimento ai “panini”, ma secondo gli inquirenti e il Gip, è difficile che l’indagato potesse rifornire il panificio, molto probabilmente sarebbe stato il contrario.
Per evitare che la quantità di droga e i prezzi venissero intercettati, hanno pensato di simulare l’acquisto dei biglietti per la partita Napoli-Milan per depistare gli investigatori. Tuttavia, i militari hanno confrontato i costi dei biglietti con quelli reali della partita disputata il 25 agosto 2018 e i conti non tornavano. Nelle intercettazioni, il fornitore fa riferimento ai prezzi dei biglietti: 110 euro per la Tribuna, 25 euro per la Curva e poi fa riferimento ad un prezzo tra 38 e 39 euro. Ma i controlli hanno rivelato che il costo dei distinti era di 45 euro. Secondo gli inquirenti, Morzillo non sarebbe l’unico fornitore, visto che altre telefonate indicano che richiedeva rifornimenti da altri pusher per l’acquisto di droga. Era diventato un vero e proprio grossista e riforniva anche gli altri spacciatori della zona.
Nelle intercettazioni è documentato anche l’acquisto di 30 kg di marijuana, e si scopre che Morzillo aveva imposto il prezzo di vendita a 10 euro al grammo ai giovani che facevano rifornimento da lui. Anche in questo caso, la marijuana veniva chiamata “verdina” o “origano” nel linguaggio criptico.
Il gruppo non tollerava la concorrenza e Morzillo aveva deciso di punire tre soggetti che avevano individuato una casa ad Airola per spacciare autonomamente. Prima che mettesse in atto il piano di piazzare una bomba, i Carabinieri di Montesarchio hanno deciso di intervenire per fermare ogni proposito criminoso. Il 4 maggio 2019, i Carabinieri di Marcianise hanno bloccato un’auto con a bordo due donne e altre due auto con tre uomini, sequestrando 5mila euro, 253 grammi di cocaina, 200 grammi di hashish e un bilancino di precisione. Successivamente, i Carabinieri di Montesarchio hanno bloccato un ventitreenne che si era recato a Cancello Scalo per acquistare droga, sequestrando poco più di 200 grammi di cocaina. Anche in questo caso, Morzillo si era interessato al caso giudiziario del giovane.
Nel febbraio 2020, il gruppo, sempre alla ricerca di fornitori, decide di approvvigionarsi all’estero. Uno dei collaboratori di Morzillo vola in Spagna per contrattare l’acquisto di cocaina a un prezzo tra i 33 e i 36 euro al grammo. Morzillo cerca anche un modo per trasportare la droga in Italia, considerando l’uso di un camper o di una persona che faceva viaggi turistici. Tuttavia, a causa della pandemia da Covid-19, tutte le trattative saltano e la persona inviata in Spagna resta bloccata a causa della sospensione dei voli verso l’Italia.

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