Gli attivisti per la Palestina e i portuali dei sindacati di base in sciopero, Si Cobas e Usb, hanno deciso di bloccare i tir che si occupano del carico e scarico della Tyrrhenian Container presso il varco di ingresso del porto di Salerno. Questa nave, appena attraccata e diretta ad Haifa, è coinvolta anche nel traffico d’armi verso Israele della compagnia Israeliana Zim.
La presa di posizione dei manifestanti è chiara: “No alle armi che Israele utilizza contro la Palestina”. Si tratta di una protesta simile a quella adottata la scorsa settimana al porto di Genova, nei confronti della stessa nave.
Questo presidio ha causato il blocco dell’ingresso delle merci nello scalo di Salerno. Gli attivisti per la Palestina e i portuali dei sindacati di base dimostrano così la loro opposizione al traffico d’armi che alimenta il conflitto in corso in Medio Oriente.
Questa azione di protesta mette in luce la volontà di questi attivisti di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violenze perpetrate in Palestina e sul coinvolgimento di navi come la Tyrrhenian Container nel traffico d’armi. La loro speranza è che, attraverso queste azioni di protesta, si possa porre fine all’uso delle armi da parte di Israele e promuovere una soluzione pacifica al conflitto.
È importante sottolineare che questa protesta è stata organizzata dai portuali dei sindacati di base, dimostrando così il loro impegno per la causa e la solidarietà con il popolo palestinese. Il loro sciopero ha avuto un impatto diretto sul flusso delle merci nel porto di Salerno, evidenziando così la forza e l’importanza del movimento sindacale nella lotta per i diritti dei lavoratori e la pace nel mondo.
In conclusione, questa azione di protesta dei portuali dei sindacati di base e degli attivisti per la Palestina al porto di Salerno rappresenta un importante messaggio di opposizione al traffico d’armi verso Israele e di sostegno alla Palestina. È un’appello alla comunità internazionale affinché si adoperi per porre fine alle violenze e per promuovere una soluzione pacifica al conflitto in corso.