La decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, e di altre sei persone coinvolte in un’inchiesta per presunti casi di corruzione è stata posticipata a dicembre dal giudice del Tribunale di Napoli. Il giudice, infatti, sta attendendo la decisione della Cassazione (Sezioni Unite) sull’utilizzabilità delle intercettazioni, sollevata dai legali degli indagati, che provengono dalla Procura di Catanzaro e sono legate ad altri reati. Oltre al presidente della Salernitana, rischiano il processo anche l’avvocato Francesco Fimmanò, suo legale di fiducia e presenza fissa all’Arechi, Mario Miele, componente del cda della Salernitana, il segretario generale del sindacato Cisal, Franco Cavallaro, il segretario generale del Ministero del Lavoro, Concetta Ferrari, Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro, e Antonio Rossi, figlio della Ferrari. Secondo l’accusa, gli episodi di corruzione sarebbero stati commessi per ottenere il parere favorevole alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali.