“Stalking nella Guardia di Finanza: un ufficiale accusato di molestie e minacce”

Un grave caso di stalking si è verificato all’interno della Guardia di Finanza, coinvolgendo un ufficiale di 38 anni e una sua sottoposta. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe molestato, insultato e minacciato la donna, un maresciallo delle Fiamme Gialle. La vicenda, che è iniziata con una relazione tra i due militari, si è rapidamente trasformata in un incubo per la vittima.

L’uomo, figlio di un ex-consigliere di Stato, avrebbe iniziato a inviare messaggi inquietanti alla donna dopo che quest’ultima ha deciso di interrompere la relazione. Nei messaggi, l’ufficiale la minacciava e la metteva in guardia dal frequentare altre persone. In alcuni messaggi, arrivava persino a augurarle il male e a non partecipare al suo funerale.

La situazione era diventata insopportabile per la vittima, soprattutto sul posto di lavoro, tanto da spingerla a chiedere un trasferimento temporaneo per motivi familiari. Tuttavia, l’ufficiale non si è fermato e ha continuato a intimidirla, dicendole che grazie alle sue conoscenze non le sarebbe stato concesso il trasferimento a Napoli.

La donna ha cercato di proteggersi, facendosi accompagnare da altre persone e cambiando il suo numero di telefono. Tuttavia, l’ufficiale è riuscito a ottenere il nuovo numero e ha continuato a inviarle messaggi minacciosi. In uno di questi messaggi, ha addirittura annunciato che si sarebbe ucciso.

La vittima ha denunciato l’ufficiale e ha raccontato agli inquirenti l’incubo che ha dovuto affrontare per quasi un anno. Durante le indagini, è emerso anche un messaggio vocale dell’imputato che coinvolge alcune figure di spicco della Direzione investigativa antimafia e dell’Avvocatura di Stato. Questo potrebbe aggravare la posizione del capitano, che è stato sospeso dal servizio ma successivamente reintegrato.

Si tratta di un caso molto grave che evidenzia la necessità di combattere il fenomeno dello stalking anche all’interno delle istituzioni. È fondamentale garantire la sicurezza e il benessere di tutti i dipendenti, senza alcuna forma di molestia o minaccia. Si spera che la giustizia faccia il suo corso e che la vittima possa finalmente riprendere una vita serena e libera da persecuzioni.

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