Processo droga Belforte: richiesta di 284 anni di carcere per i 19 imputati

Nel processo per lo spaccio di droga legato al clan Belforte a Milano, il sostituto procuratore Luigi Landolfi della Dda di Napoli ha richiesto la condanna di 284 anni di carcere per i 19 imputati coinvolti nell’inchiesta. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato davanti al gup Giovanni Vinciguerra del Tribunale di Napoli.

Le richieste di condanna sono le seguenti: 20 anni di reclusione per Giacomo Colella, Giuseppe Di Gaetano, Francesco Edattico, Giovanni Moretta, Giacomo Giuseppe Salzillo; 16 anni di reclusione per Antimo Bucci, Edoardo Rocchi, Raffaele Sellitto; 15 anni di reclusione per Giovanni Buonanno, Antimo Zarrillo; 14 anni di reclusione per Cristian Michele Barbieri, Gianpaolo Barbiero, Salvatore Raucci; 12 anni di reclusione per Patricia Yudi Cubilla, Carmine Farro, Pasquale Merola, Giovanni Porzio; 8 anni di reclusione e 20mila euro di multa per Giulio Angelino, Caterina Iuliano.

Gli imputati sono accusati di appartenere a un’associazione dedita al traffico di droga, che avrebbe avuto ramificazioni anche a Milano, e di essere legata al clan Belforte. Alcuni di loro avrebbero commesso anche estorsioni, usura, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione di falso in atti pubblici. In particolare, si sarebbero adoperati per organizzare matrimoni di convenienza tra cittadini italiani e stranieri, al fine di ottenere il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana. Inoltre, uno dei imputati, Giovanni Buonanno, è accusato di oltraggio alla giustizia per aver minacciato un collaboratore di giustizia al fine di indurlo a rendere false dichiarazioni durante un altro processo.

Le discussioni dei legali inizieranno a metà febbraio. Nel collegio difensivo ci sono numerosi avvocati che rappresentano gli imputati.

Si tratta di un processo di grande rilevanza che mette in luce il problema dello spaccio di droga e delle attività criminali legate ad esso. La richiesta di una condanna così severa dimostra la determinazione delle autorità nell’affrontare il fenomeno e punire i responsabili. Sarà interessante seguire gli sviluppi del processo e vedere quale sarà la sentenza finale.

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