Un adolescente di 16 anni ha subito una gogna online e poi nella vita reale, denunciato un tiktoker napoletano. I videogiochi e i social media sono sempre più interconnessi. La frontiera del gioco online, del “multiplayer”, è ormai aperta. Milioni di videogiocatori si scontrano ogni giorno in un ambiente virtuale utilizzando avatar personalizzati, riunendosi in comunità, interagendo in un mondo sempre più coinvolgente e avvolgente. Ed è proprio dai pixel di un noto gioco multiplayer che emerge la storia di una vera e propria gogna, di una persecuzione che attraversa il confine tra il mondo virtuale e quello reale.

Tutto ha inizio con una discussione. Un 16enne – hanno ricostruito i carabinieri – litiga nel videogioco con un altro utente e viene bersagliato da insulti e minacce. Da quel momento, i messaggi denigratori e gli insulti diventano parte integrante della sua interazione virtuale. Gettano ombre sulla sua esperienza di gioco e alimentano un crescente senso di isolamento. Messo alla berlina prima da un solo giocatore e poi da altri, il minore decide di abbandonare definitivamente il gioco e di parlarne ai genitori.

A promuovere la campagna denigratoria nei confronti del minorenne è stato un 25enne di Melito di Napoli, tiktoker con migliaia di follower, identificato e denunciato dai carabinieri. Qualche giorno prima, sulla scrivania dei militari della stazione di San Sebastiano al Vesuvio era arrivata una denuncia per atti persecutori. Il giovane, accompagnato dal padre, aveva raccontato che le ostilità dei giocatori, verosimilmente guidati e fomentati dal tiktoker 25enne, erano continuate anche nel mondo reale.

Messaggi minatori, insulti telefonici e un vero bombardamento sui social media avevano innescato nel 16enne il timore di ritorsioni ben più dolorose. I carabinieri hanno unito i pezzi del puzzle e identificato il 25enne, noto sui social per un profilo affollato dove condivide quotidianamente contenuti video. Lo hanno denunciato per atti persecutori.

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