I fratelli Borrata, Mario e Sara, sono stati accusati dalla Procura sammaritana di aver corrotto l’ex garante provinciale dei detenuti, Emanuela Belcuore, offrendole soldi e scarpe Gucci in cambio di trattamenti di favore in carcere. L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Gionata Fiore, ha portato all’arresto dei due fratelli per corruzione, ricettazione e accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti.

Tutto è partito da annotazioni della polizia penitenziaria del carcere “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, che evidenziavano le simpatie di Belcuore nei confronti di Mario Borrata, condannato all’ergastolo per omicidio. Secondo l’accusa, Belcuore avrebbe favorito il recluso per via di una presunta relazione sentimentale tra i due. In cambio delle sue attenzioni, la donna avrebbe ricevuto scarpe Gucci e denaro dalla sorella di Mario.

Nonostante il patteggiamento di Belcuore, le indagini sui fratelli Borrata sono proseguite e attualmente Mario è detenuto mentre Sara si trova ai domiciliari. Il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni, ha commentato la vicenda sottolineando l’importanza di contrastare le comunicazioni illegali tra detenuti e esterni, per evitare il consolidamento delle organizzazioni criminali all’interno del carcere.

Questa storia mette in luce i gravi problemi legati alla corruzione e alla sicurezza nelle carceri, evidenziando la necessità di adottare misure concrete per contrastare questi fenomeni e garantire un sistema penitenziario più efficiente e trasparente.

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