Napoli, Avellino e Salerno: smaltimento illecito di rifiuti, arrestate 12 persone

Nelle prime ore di questa mattina, le province di Napoli, Avellino e Salerno sono state teatro di un’importante operazione condotta dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e della Sicurezza Energetica di Napoli. L’obiettivo dell’operazione era l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, furto aggravato ai danni della Città Metropolitana di Napoli e corruzione.

L’indagine, condotta per circa sei mesi, ha evidenziato una serie di condotte illecite legate al trattamento dei rifiuti all’interno dell’impianto di Tufino. Le attività investigative sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – Gruppo Specializzato sul Traffico di Rifiuti e hanno coinvolto diverse figure professionali, tra cui amministratori di aziende di rifiuti speciali, autisti di automezzi adibiti alla raccolta di rifiuti urbani e dipendenti infedeli dell’impianto di Tufino.

Gli indagati avevano organizzato un articolato “modus operandi” che consentiva loro di smaltire illecitamente rifiuti speciali di provenienza industriale nell’impianto pubblico a spese dell’Ente pubblico. Grazie alla complicità di diversi soggetti, tra cui autisti delle società aggiudicatarie di appalti per la raccolta di rifiuti urbani, i responsabili erano riusciti a eludere i controlli previsti e a lucrare ingenti profitti.

Durante le indagini sono stati accertati smaltimenti illeciti per oltre 1.000 tonnellate di rifiuti speciali, che hanno comportato un aggravio di costi per la S.A.P.NA. di circa 500.000,00 euro. Inoltre, i danni causati all’impiantistica a causa dello sversamento di rifiuti ferrosi hanno bloccato il ciclo di trattamento dell’impianto pubblico per lunghi periodi.

L’operazione ha portato anche al sequestro di due aziende private produttrici di rifiuti industriali. Si tratta di un importante colpo inflitto alla criminalità ambientale e alla corruzione, che dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare fenomeni illeciti che danneggiano l’ambiente e la collettività.

Le persone coinvolte nell’operazione sono attualmente sottoposte a misure cautelari, ma è importante ricordare che sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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