Le abitazioni costruite su un’area archeologica sono sempre motivo di grande preoccupazione e indignazione. È quanto è successo di recente in provincia di Napoli, dove la Polizia Municipale di Castellammare di Stabia, insieme ai Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, ha eseguito un sequestro preventivo di un’area a ridosso della zona archeologica di Stabia.

Il decreto di sequestro è stato emesso dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura per il reato di invasione di terreni o edifici. Gli immobili coinvolti sono situati in via Passeggiata Archeologica e sono stati costruiti abusivamente da privati su un’area di proprietà del Demanio, che appartiene al Parco Archeologico di Pompei.

Dalle indagini è emerso che su questa area erano stati realizzati abusivamente diversi edifici ad uso abitativo, in violazione di un’ordinanza comunale di rimozione. Inoltre, sono stati depositati rifiuti in maniera incontrollata, compromettendo ulteriormente il sito archeologico.

L’area sequestrata è delimitata da un muro di cinta, che è stato costruito sopra un muro di epoca romana. Questo muro romano è identificabile come parte del muro ad archi rovesci che delimitava la Villa del Pastore, attualmente interrata. Sulla superficie della villa insistono numerosi altri abusi edilizi, oltre a quello oggetto del sequestro.

Gli abusi edilizi accertati sono stati realizzati in assenza di titoli, in una zona sismica e soggetta a vincolo paesaggistico. È quindi fondamentale che vengano presi provvedimenti seri per tutelare il sito archeologico e garantire il rispetto delle normative in materia di edilizia e tutela del patrimonio storico-artistico.

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