Nicola Sorrentino Acque reflue industriali che convogliano nell’Alveo Santa Croce affluente del torrente Cavaiola. Il tribunale di Nocera Inferiore dispone il sequestro preventivo de "La Betoncave" di Nocera Superiore. L’operazione rientra in quella maxi indagine che il sostituto procuratore Roberto Lenza sta conducendo insieme ai carabinieri del Noe per la tutela ambientale, nei confronti di aziende operanti nel bacino del fiume Sarno. Ma anche dei suoi affluenti. Con l’obiettivo di perseguire le attività illegali che contribuiscono all’inquinamento del corso d’acqua. Nelle ultime settimane, i carabinieri avevano effettuato diversi accessi presso opifici industriali ubicati nell’area del bacino del Sarno e dei suoi principali tributari, i torrenti Solofrana e Cavaiola. A seguito di indagini specifiche, che rientrano nel più ampio quadro delle attività di controllo, il gip del tribunale di Nocera Inferiore - dietro richiesta della Procura - ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell’impianto "La Betoncave" operante a Nocera Superiore su una superficie di circa 20.000 mq, noto stabilimento industriale per la produzione di conglomerati cementizi e dotato di un impianto di frantumazione ed un impianto di produzione di calcestruzzo. Al termine delle attività di verifiche e accertamento, i legali rappresentanti dell’impianto sono stati denunciati a piede libero per reati connessi allo scarico illecito di reflui industriali. Nel corso del sopralluogo, i militari del Noe avevano accertato che l’azienda non fosse in possesso di alcuna autorizzazione utile allo scarico in corpo idrico superficiale delle acque reflue industriali prodotte, che venivano pertanto convogliate, illecitamente, nell’Alveo S. Croce affluente del torrente Cavaiola. Si è inoltre accertato che i reflui di dilavamento dei piazzali, interessati dallo stoccaggio di consistenti quantità di materiali e rifiuti inerti ed inevitabilmente - si legge in una nota della Procura - anche dall’esercizio di operazioni connesse con le attività (operazioni di carico e scarico da parte di autocarri e di rifornimento carburante-gasolio con rilascio di oli od idrocarburi), trasportando con sé elementi residuali inquinanti connessi all’attività produttiva e miscelandosi con questi, perdono la loro connotazione originaria di fenomeno naturale, neutro per l’ecosistema, per acquisire gli elementi tipici dei reflui industriali, che sono dannosi per l’ambiente. L’azienda avrà ora il tempo necessario per fornire documentazione riguardo ciò che gli viene contestato. Le indagini della Procura di Nocera invece proseguono, così come già registrato mesi fa, con i controlli sul resto del territorio. Uno degli step investigativi aveva riguardato anche le amministrazioni comunali e la gestione di ognuna di loro proprio in rapporto agli interventi e alla salvaguardia della tutela ambientale, connessa al fiume Sarno.

Un imprenditore di Summonte è stato denunciato per occupazione abusiva del demanio idrico all’interno di un alveo fluviale. Grazie al monitoraggio del territorio con l’utilizzo di droni, i carabinieri Forestali hanno scoperto che l’impianto per la produzione di calcestruzzo operava in assenza di autorizzazione e con numerose irregolarità sullo smaltimento dei rifiuti prodotti. L’impianto, esteso per quasi dieci mila metri quadrati, è stato sequestrato insieme alla vasca di calcestruzzo, per un valore stimato di un milione di euro. Questo intervento rientra nelle attività di controllo del progetto “Fiume Sicuro” che mira a proteggere il territorio e a contrastare le occupazioni abusive del demanio idrico. Sono fondamentali queste azioni di monitoraggio e controllo per garantire il rispetto delle normative ambientali e la tutela dei corsi d’acqua e dell’ambiente naturale.

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