Aldo Bianchini, giornalista e scrittore, si è recentemente interrogato sul ruolo delle donne nella cattura di boss e killer della malavita. Dopo aver letto un articolo di Pasquale Sorrentino riguardante l’arresto del pluriomicida Luigi Galizia, ha riflettuto sulla presenza costante di una “femme fatale” nelle vicende dei criminali più pericolosi.
Secondo Bianchini, uomini di potere e malviventi sentono il bisogno di avere al loro fianco una donna seducente e pericolosa, forse per sentirsi più forti o per sfidare il destino. Tuttavia, questa relazione spesso porta alla rovina, con uomini che perdono il prestigio e donne che vengono denigrate.
L’arresto di Galizia, descritto dettagliatamente da Sorrentino, è avvenuto grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine e alla determinazione della giustizia. Il pluriomicida, latitante da tempo, è stato catturato mentre si trovava nel bagno di una casa nel centro storico di Sala Consilina.
Questa vicenda ricorda la cattura del boss Pasquale Loreto, avvenuta trent’anni fa grazie alla soffiata di una donna. Anche in quel caso, la presenza di una “femme fatale” ha portato alla caduta di un criminale temuto.
Bianchini conclude sottolineando l’importanza della giustizia e della determinazione delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità, indipendentemente dal ruolo delle donne coinvolte.

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