Autovelox non omologati: la Prefettura respinge i ricorsi degli automobilisti
La questione degli autovelox non omologati ha creato una grande incertezza nelle amministrazioni locali, che sono dotate di apparecchi per rilevare la velocità sul proprio territorio. Tutto è iniziato con l’ordinanza numero 10505 della Corte di Cassazione dello scorso aprile, che ha stabilito che un autovelox deve essere omologato tecnicamente e non solo approvato dai competenti uffici ministeriali.
La decisione della Cassazione ha scatenato proteste contro l’installazione di dispositivi per il controllo della velocità da parte degli enti locali, che spesso non hanno come obiettivo principale la sicurezza stradale. Questo ha portato a un aumento dei ricorsi da parte degli automobilisti multati, ma la Prefettura ha deciso di respingere i ricorsi basati sulla distinzione tra approvazione e omologazione degli apparecchi.
Questa decisione è stata presa in attesa di disposizioni definitive da parte del Ministero dell’Interno, che a sua volta sta aspettando indicazioni dal Ministero delle Infrastrutture. Nel frattempo, la Prefettura ha deciso di respingere i ricorsi in scadenza, per evitare un effetto a catena che potrebbe portare a un crollo nei pagamenti delle sanzioni elevate.
Questa decisione probabilmente rasserenerà le amministrazioni locali che utilizzano autovelox non omologati. Nel frattempo, alcuni Comuni hanno deciso di spegnere i dispositivi non conformi alle normative, come nel caso di Pontelandolfo. Altri, come Fragneto Monforte, stanno cercando di ottenere una deroga per mantenere attivo il dispositivo, in attesa di adeguarsi alle nuove disposizioni normative.
In conclusione, la questione degli autovelox non omologati continua a creare incertezza e controversie, ma la Prefettura sta cercando di fare chiarezza e garantire che tutti gli apparecchi siano conformi alle normative vigenti.