La Riforma Nordio del 2023 ha portato importanti modifiche al panorama giuridico italiano, in particolare per quanto riguarda il traffico di influenze illecite e l’abuso d’ufficio. Grazie all’aiuto dell’avvocato Simone Labonia, possiamo approfondire questi due reati centrali nel diritto penale italiano.

Il traffico di influenze illecite, introdotto nel 2012 con l’art. 346-bis c.p., punisce coloro che, abusando delle proprie relazioni con un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, promettono o ottengono indebiti vantaggi. Prima della riforma, questa figura copriva una vasta gamma di condotte, anche solo promettendo di influenzare un funzionario. La recente modifica ha ristretto i confini del reato, concentrandosi sulle influenze effettivamente esercitate, riducendo l’ambito delle condotte punibili.

Analogamente, l’abuso d’ufficio riguarda il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che, violando norme di legge specifiche, arreca un danno ingiusto o procura un vantaggio patrimoniale. Prima della riforma, questo reato veniva spesso utilizzato contro amministratori pubblici per condotte non del tutto conformi alla legge. Con la modifica legislativa, il reato è circoscritto ai casi in cui il pubblico ufficiale agisce in violazione di norme di legge “espresse e specifiche”, riducendo il rischio di responsabilità penale in situazioni di discrezionalità amministrativa o irregolarità procedurali.

Queste modifiche si inseriscono nella cornice delle direttive europee sulla lotta alla corruzione e sulla trasparenza nell’amministrazione pubblica. La Riforma Nordio si propone di armonizzare il diritto penale italiano con le normative europee, garantendo maggiore chiarezza e certezza giuridica nell’applicazione di questi reati.

In conclusione, la Riforma Nordio rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e legalità nell’operato delle istituzioni pubbliche, contribuendo a rafforzare lo Stato di diritto e a contrastare la corruzione.

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