Non è una coincidenza che Ciro Naturale “’o mellone” sia stato preso di mira dal clan De Luca Bossa di Ponticelli, i cui membri il 23 luglio 2022 hanno distrutto con una bomba la Jeep intestata alla moglie. Era chiaro il bersaglio e con l’indagine che ha portato agli arresti di 60 persone l’altro giorno, lo scenario è diventato ancora più chiaro. In quel periodo, il 47enne, che non aveva precedenti penali, stava svolgendo le funzioni di reggente del gruppo De Micco. Le minacce e i messaggi sinistri sono continuati anche successivamente, con un’azione particolare: una Nissan Micra ha girato in via Carlo Miranda, una sera di settembre dello stesso anno, con due striscioni attaccati con scritte esplicite: “Mellone, sei il nostro bersaglio”, “Bodo, sei il bersaglio di Napoli”. L’auto è stata poi bruciata e la notte successiva i “Bodo” si sono vendicati incendiando la Fiat 500L utilizzata da Christian Marfella. La notte dell’esplosione, alle uno circa, a casa di Naturale erano tutti svegli a causa del caldo. Il 47enne si trovava nell’abitazione di suo fratello e, intercettato dalla microspia piazzata nel soggiorno due giorni prima per un’altra indagine, ha raccontato di essere lì al momento dell’esplosione. Dai dialoghi emerge che si era reso conto di essere il bersaglio dell’intimidazione. Oltre alla Jeep, sono state distrutte altre due auto parcheggiate vicino nella zona residenziale di via Virginia Woolf, ma i proprietari non hanno precedenti penali o legami con la criminalità organizzata: “Queste persone lavorano”, ha commentato Naturale. Un anno e quattro mesi dopo, Christian Marfella, reggente del gruppo con sede nel lotto 0 di via Bartolo Longo, è stato arrestato. Un ruolo importante nell’indagine è stato svolto dal pentito Antonio Pipolo. Nell’estate del 2022, le bombe sono state il marchio di fabbrica della camorra di Ponticelli, su entrambi i fronti. L’omicidio di Vincenzo D’Onofrio, fratellastro di Marfella junior, è stato il catalizzatore della faida ancora in corso. Nemmeno l’arresto di Marco De Micco ha fermato la violenza e i fatti di sangue si sono susseguiti nel tempo. Attualmente i “Bodo” sembrano i più potenti, ma l’indagine conclusa con il blitz di giovedì potrebbe aver cambiato gli equilibri.