Le videochiamate di detenuti dal carcere per indurre le vittime dell’estorsione a pagare sono solo l’ennesimo esempio di come i clan e le organizzazioni criminali comandino ancora dalle celle. Secondo l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, un giro di usura con tassi mensili variabili tra il 20 ed il 60 per cento è stato scoperto dalla Polizia a Salerno, che ha eseguito due misure cautelari nei confronti di due uomini attualmente detenuti.
Il segretario generale del S.PP.Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo ha dichiarato che con l’ampia diffusione di telefonini anche di ultimissima generazione, le minacce, le estorsioni e gli ordini ai clan sono diventati di ordinaria amministrazione. Questo provoca paura e scoraggia la collaborazione con magistrati e forze dell’ordine.
Di Giacomo ha anche sottolineato che nell’Amministrazione Penitenziaria si sono verificati numerosi casi di detenuti che continuano a comandare clan e affiliati per qualsiasi forma di crimine attraverso l’utilizzo di telefonini. Propone quindi un inasprimento delle pene per i detenuti trovati in possesso di telefonini, senza possibilità di benefici.
La mancanza di azioni concrete da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, del Parlamento e della politica nel contrastare questa situazione ha portato a una forte riduzione della collaborazione con inquirenti e magistrati. Solo il 7-8% delle vittime è disponibile a denunciare estorsioni e crimini, a causa della paura e dell’indignazione provocate da queste minacce.
Il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo ha concluso affermando che il “buonismo” diffuso nei confronti dei detenuti e l’impotenza dell’Amministrazione Penitenziaria sono responsabili di questa situazione degradante. Bisogna agire con fermezza per garantire la sicurezza e la giustizia per le vittime dell’estorsione e dei crimini commessi dai detenuti.