Renato Caiafa è stato confermato in carcere per l’accusa di aver ucciso il suo amico d’infanzia, Arcangelo Correra, secondo quanto deciso dai giudici del Tribunale del Riesame di Napoli. Le richieste di scarcerazione presentate dal suo avvocato sono state respinte, e quindi l’unica opzione rimasta è un ricorso in Cassazione.

L’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, con la squadra mobile e il pm Ciro Capasso al lavoro, cerca di fare luce su quanto accaduto la notte del 9 novembre a piazzetta Sedil Capuano. Le indagini sull’omicidio di Arcangelo Correra si stanno approfondendo, portando alla luce nuovi dettagli inquietanti che confermano l’ipotesi del dolo eventuale da parte di Caiafa.

Le testimonianze raccolte tra i giovani che frequentavano entrambi i ragazzi contraddicono la versione di Caiafa, il quale parla di un incidente. Secondo gli inquirenti, il giovane avrebbe cercato di simulare un incidente, ma le sue bugie sono state scoperte dalle indagini. Il ritrovamento dell’arma e le prove cancellate hanno rafforzato i sospetti sulla sua colpevolezza.

La decisione del Tribunale del Riesame è stata un duro colpo per la difesa di Caiafa. L’avvocato ha annunciato il ricorso in Cassazione, ma per ora il giovane rimarrà in carcere. Resta da chiarire da dove è emersa la pistola e perché Renato Benedetto Caiafa l’ha impugnata.

La situazione continua a essere complessa e piena di misteri, e solo ulteriori indagini potranno portare alla verità su questo tragico evento.

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