La rivoluzione telematica del processo penale sta creando preoccupazione tra i magistrati italiani, in particolare nel distretto di Napoli. La riforma, introdotta con un decreto del 27 dicembre e entrata in vigore il primo gennaio, prevede il passaggio al deposito esclusivamente telematico degli atti di Procura e tribunale.

Già nei primi giorni di attuazione della riforma, sono emerse gravi difficoltà nel funzionamento dell’applicativo e nella gestione del nuovo sistema. Il procuratore generale Aldo Policastro ha convocato una riunione con i procuratori della Repubblica del distretto per esaminare la situazione e valutare le criticità.

La presidente dell’Associazione magistrati, Cristina Curatoli, ha sottolineato che le modalità operative sono state comunicate solo il 31 dicembre e che non c’è stata alcuna sperimentazione possibile a causa dell’adeguamento dell’applicativo nell’ultimo mese. Si teme una paralisi del sistema a causa del grande numero di atti da depositare e delle difficoltà strutturali del sistema.

Secondo Curatoli, i principali problemi si verificheranno nei tribunali, dove la maggior parte delle aule non è cablata e non ci sono postazioni per lo scambio di atti tra pm e difensori durante l’udienza. Inoltre, si stanno riscontrando malfunzionamenti del sistema e mancanza di formazione adeguata per affrontare il nuovo sistema.

La giunta esecutiva centrale dell’Anm e il Csm avevano già messo in guardia sui rischi collegati all’entrata in vigore della rivoluzione telematica del processo penale. Si chiede una sperimentazione del sistema e una proroga della sua entrata in vigore per evitare disagi.

In conclusione, la presidente dell’Anm sottolinea che, nonostante la massima apertura da parte dei magistrati, le difficoltà sono oggettive e sarà impossibile non tenerne conto.

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