Basta con gli arredi metallici: in piazza Piano di Corte arrivano le fioriere in pietra. Le continue aggressioni a paletti perimetrali, faretti e lampioni dello storico slargo del centro storico hanno ridotto l’area a un campionario di brutture. Che si tratti di attacchi vandalici o di ripetute collisioni inavvertite da parte delle vetture in transito e in sosta, il risultato non cambia ed è quello che si mostra immediatamente a chi visiti la piazza: completamente distrutti gli steli metallici di alcune fioriere a due vasi, che si presentano tristemente inclinati e dunque inservibili. Benevento, piazza Piano di Corte deturpata dai vandali: restyling effimero.
Stessa sorte per alcuni paletti perimetrali delle aree di sosta per autovetture presenti nei due segmenti della piazza attraversati dalla sede carrabile. Fuori uso anche taluni corpi illuminanti collocati lungo le quinte della piazza su appositi sostegni. Che si tratti molto probabilmente di danneggiamenti deliberati e non (soltanto) di urti accidentali sembra dimostrarlo una circostanza particolare: nella parte bassa, ignoti nelle scorse settimane avevano svitato alla base e rimosso gli elementi d’arredo che delimitavano l’accesso a una delle due piazzole di sosta realizzate nello slargo. Un accorgimento finalizzato evidentemente ad agevolare il transito e a massimizzare lo spazio occupato, specie nelle ore serali, dagli avventori di attività commerciali e ricreative della zona tra le più frequentate dai giovanissimi protagonisti della movida. Ma dopo la prima denuncia del Mattino, corredata da documentazione fotografica, nello scorso autunno, i manufatti smontati tornarono magicamente al loro posto, ancorché sbilenchi per effetto della manomissione subita. All’indomani della notte di Capodanno sono apparsi evidenti i segni di ulteriori danneggiamenti apportati alle incolpevoli suppellettili, che appaiono ormai un esercito in rotta totale in balia degli aggressori. Benevento, stretta su bar e ristoranti: dehors selvaggi.
I correttivi Quadro che evidentemente non è sfuggito anche dalle parti di Palazzo Mosti, e che ha determinato una riflessione sugli accorgimenti necessari a scongiurare il ripetersi di simili comportamenti. Scartata l’ipotesi di sostituire i numerosi elementi compromessi con supporti analoghi, inutilmente esposti a nuovi attentati, la soluzione individuata è quella della rimozione completa dell’attuale arredo urbano a vantaggio di strutture capaci di distogliere le cattive attenzioni con la loro tetragona solidità. «Gli arredi attuali – spiegano i funzionari del settore Programmi complessi – Lavori pubblici – verranno sostituiti con fioriere tradizionali in conglomerato lapideo, esteticamente gradevoli e utilizzate in tanti centri storici d’Italia e del mondo. Materiale che peraltro si sposa bene anche con la pavimentazione in basalto. L’intervento non determinerà costi aggiuntivi per le casse comunali, dal momento che trova copertura nel quadro delle rinvenienze del Programma Pics già acquisite dal Comune. Gli elementi in metallo recuperabili, la gran parte, saranno comunque reimpiegati in altro sito, probabilmente nella illuminazione di piazzale Catullo dove sarà realizzato lo stazionamento dei bus turistici.
La battaglia E se, per un verso, i 4 milioni riconosciuti dalla Regione a Palazzo Mosti garantiranno una sostituzione indolore dei manufatti, la decisione rappresenta pur sempre una plastica dimostrazione della forza preponderante dell’esercito di vandali e incivili in servizio permanente effettivo. Una lotta che appare impari, come purtroppo si incaricano di ricordare le cronache con incredibile frequenza, e che invece potrebbe trovare qualche contromisura almeno in qualche caso. In primis bisogna domandarsi come mai lo stuolo di telecamere posizionate un po’ ovunque in città, piazza Piano di Corte compresa, non portino mai a casa il risultato pieno, ovvero l’identificazione degli autori delle aggressioni con i conseguenti provvedimenti del caso. Benevento, il Pd : «Piazza San Modesto, sos auto e scooter».
Ma occorre chiedersi anche perché non una sola volta sia successo che gli episodi delittuosi siano stati segnalati dai cittadini presenti nelle zone interessate. Nessun atto di delazione o eroismo, ma qualche sussulto di senso civico non omertoso potrebbe compensare i buchi delle telecamere.