Il carabiniere Walter Intilla è stato assolto dall’accusa di furto in abitazione, rivelazione di segreti d’ufficio e cessione di droga per spaccio di stupefacente. Dopo tre anni di processo, il tribunale sammaritano ha emesso la sentenza che ha scagionato il carabiniere, a causa della mancanza di prove concrete. Intilla era stato coinvolto in un’inchiesta che lo aveva visto accusato di essere legato al clan Longobardi-Beneduce e di essere un esponente di vertice dell’organizzazione camorristica nella zona di Bagnoli.

Durante il processo, è emerso che l’intercettazione telefonica che lo aveva incastrato non conteneva il suo nome e che le dichiarazioni dei pentiti non erano considerate attendibili. L’avvocato difensore del carabiniere ha dimostrato l’inadeguatezza della trascrizione telefonica e ha evidenziato l’importante ruolo svolto da Intilla nella lotta al traffico di stupefacenti nella zona di Castel Volturno.

Il pubblico ministero della procura sammaritana ha quindi chiesto l’assoluzione per tutti i reati contestati, che è stata concessa dal tribunale. Dopo un lungo periodo di incertezza e di processo, Walter Intilla è stato finalmente scagionato e può tornare a svolgere il suo lavoro con dignità e onore.

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