La procura antimafia di Napoli non perde tempo di fronte al pizzo da mezzo milione di euro e all’incendio dell’attività commerciale, chiedendo e ottenendo un “processo sprint” per i rampolli della mala di Scampia. L’udienza per la celebrazione del giudizio immediato è stata fissata per il prossimo 14 febbraio e vedrà alla sbarra diversi imputati, tra cui l’emergente ras Francesco Abbinante, figlio del capoclan del rione Monterosa Guido Abbinante, e altri membri del gruppo scissionista. La difesa dovrà ora preparare la migliore strategia per affrontare il processo, con la possibilità di chiedere il rito abbreviato per ottenere uno sconto di pena in caso di condanna.

Gli arresti erano avvenuti a fine settembre, dopo che le vittime designate non avevano versato il denaro richiesto dal clan. L’incendio dell’attività commerciale ha portato alla chiusura della società e alla successiva indagine che ha portato agli arresti. Secondo la ricostruzione dei pm, Francesco Abbinante avrebbe minacciato i titolari dell’azienda e chiesto loro una somma di denaro e due appartamenti di proprietà.

L’escalation di violenze culmina con l’incendio dell’attività commerciale la sera del 19 aprile, dopo che il clan non ha ottenuto quanto richiesto. Le indagini hanno portato all’arresto di diversi membri del clan Grimaldi di Soccavo, accusati di aver partecipato alle minacce e alla richiesta di denaro.

La vicenda si conclude con il processo imminente, che vedrà i presunti colpevoli difendersi dalle pesanti accuse. La procura antimafia non ha perso tempo nell’affrontare questo caso di estorsione e violenza, dimostrando una volta di più la determinazione nel contrastare la criminalità organizzata a Napoli.

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